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Lo spettro di una Brexit no deal respinto con un altro rinvio

LONDRA. Dopo lo strappo, il caos diventa totale. Il Parlamento britannico prova ad allontanare lo spettro di una traumatica Brexit no deal – all’indomani della seconda, sonora bocciatura dell’intesa di divorzio negoziato dalla premier Theresa May con Bruxelles – votando a maggioranza una mozione emendata in modo radicale su cui il governo incassa un’altra sconfitta cocente e che tuttavia da sola potrebbe non bastare a cancellare l’incubo: in assenza della ratifica positiva di un qualunque accordo o almeno di un rinvio del passo d’addio rispetto alla data del 29 marzo.

Rinvio su cui l’aula si esprimerà domani (giovedì 13 marzo), ma che l’Ue ammonisce di non essere disposta a concedere come una cambiale in bianco. La mozione approvata stasera con 321 voti contro 278 resta dunque al momento una manifestazione di volontà politica. Oltre che una sfida aperta all’esecutivo e il segno del tentativo di Westminster d’imporre una svolta con piani di Brexit diversi. Una sfida a cui il governo reagisce annunciando una nuova mozione che dovrebbe spingere i deputati a scegliere fra il via libera a un accordo sulla Brexit entro mercoledì prossimo, seguito dalla richiesta all’Ue di un rinvio tecnico limitato al 30 giugno per l’approvazione della legislazione connessa, e quella di un rinvio a più lungo termine che obbligherebbe fra l’altro il Regno a partecipare alle elezioni europee di maggio.

La sconfitta di oggi del governo di Theresa May sulla mozione anti-no deal segna la necessità che sia “il Parlamento a prendere il controllo” del processo verso la Brexit. Lo ha detto il leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn, definendo a questo punto “inevitabile” la richiesta all’Ue di un rinvio della Brexit, addossandone la responsabilità alla premier Tory e annunciando l’avvio di consultazioni trasversali del Labour per cercare un accordo di compromesso votabile da una maggioranza della Camera dei Comuni. La Commissione europea si è rivolta ai parlamentari britannici dei Comuni, dichiarando che “non basta votare contro il ‘no deal’, dovete trovare un’intesa per un accordo”.

Brexit al centro pranzo Quirinale, governo al lavoro – Il tema della Brexit è stato al centro del tradizionale pranzo di lavoro al Quirinale in vista del prossimo Consiglio europeo. Il governo, si è appreso, è in attesa di capire gli sviluppi ma sta predisponendo dei provvedimenti qualora la Brexit sia “hard”, cioè in caso di no deal. Alla colazione era presente il premier Conte, i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e i ministri interessati.

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