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Lombardia zona rossa: scontro Fontana-Speranza, attesa oggi la sentenza del Tar

Martedì al Tar del Lazio sono state depositate ben 23 pagine di ricorso ove la Regione Lombardia, totalmente contraria all’ordinanza imposta dal Ministro Speranza del 16 gennaio che confina nuovamente la Regione in zona rossa, chiede di rivedere i criteri di monitoraggio per la classificazione, per Fontana una situazione di questo tipo non é più sostenibile per l’economia, si tratta di un danno ingiustificato determinato da parametri fuorvianti.

Lo scontro é decisivo, Speranza non cambia idea e confina in zona rossa la Lombardia fino al 31 gennaio, a meno che il Tar ribalti la situazione dando ragione al ricorso presentato, l’udienza appena iniziata dovrebbe portare ad una decisione del giudice già in serata. Vediamo le richieste della Regione e quanto afferma invece il ministro della Salute, fermo sulle sue decisioni che vedono come unico scopo proteggere la salute dei cittadini. La questione come era prevedibile divide l’opinione pubblica e non solo, massimo sostegno per il ricorso presentato é giunto da Coldiretti Lombardia, mentre il M5S chiede “scelte ponderate anziché uscite propagandistiche”.

Lombardia ricorre al Tar su zona rossa: chi la spunterà tra Fontana e Speranza?

Il ricorso in estrema sintesi vede protagonista la Regione Lombardia che chiede, presentando un minuzioso ricorso al Tar del Lazio, di eliminare tre provvedimenti, che a detta di Fontana, starebbero arrecando un danno ingiustificato all’intera Regione, ossia:

  • L’ordinanza del Ministro Speranza datata 16 gennaio che torna ad applicare le restrizioni previste per la zona rossa
  • Il Dpcm del 14 gennaio nella sezione in cui vengono esplicitati i criteri che identificano la classificazione
  • il decreto ministeriale datato 30 aprile 2020 che identifica i criteri dell’attività di monitoraggio

Se tale ricorso fosse accettato ci sarebbe da ‘aspettarsene delle belle’, in quanto, il ricorso farebbe certamente scuola mettendo in discussione i criteri che portano ad oggi ad identificare i colori che vengono attribuiti alle singole regioni e dunque metterebbe in discussione l’impianto stesso di tutte le restrizioni associate alla classificazione cromatica fino ad oggi utilizzata.

Regione Lombardia zona rossa, ricorso Tar: udienza al via

La Lombardia, vista la chiusura posta ieri dal Ministro Speranza ad una possibile intesa tra Regione e Governo che avrebbe potuto ridurre a soli 7 giorni la durata in zona rossa, al momento resterà tale fino al 31 gennaio. Certo l’udienza potrebbe ribaltare tutto, il ricorso infatti presentato punta i piedi sul fatto che le misure attualmente previste per la Lombardia siano ‘illegittime e ‘ costituiscano un vulnus gravissimo ed ingiustificato al tessuto economico, sociale e produttivo della Regione , in quanto viene specificato il confinamento nella zona più restrittiva ha un peso notevole sullo svolgimento di molte attività economiche ritenute non essenziali, oltre a limitare la possibilità di movimento dei cittadini e la fruizione del servizio scolastico.

Poi la richiesta passa attraverso la rivalutazione dei criteri di valutazioni ritenuti non idonei e soprattutto non rappresentativi della realtà per quanto riguarda il rischio epidemiologico. “Il dpcm del 14 gennaio, cita il ricorso, ha dato prevalente peso all’Rt, che non riesce ad intercettare le situazioni di reale rischio per la tenuta del sistema sanitario‘ e mette, si legge tra le righe ‘fuori dai giochi e dal tessuto produttivo’ una regione che al momento ha un quadro decisamente meno grave di Regioni limitrofe come Emilia Romagna e Veneto.

Sostegno, come dicevamo in apertura, da parte di Coldiretti Lombardia, meno da parte del M5S che invita alla prudenza e a scelte ponderate.

Considerazioni personali

La richiesta di Fontana, pare andare nella direzione di quanto asserito ieri da Stefano Agnesini, Presidente Nazionale Imprese Unite per l’Italia, che nell’intervista in esclusiva rilasciataci ieri ha sostenuto che tali misure restrittive contenute nei DPCM stanno portando all’esasperazione imprenditori ed esercenti, oltreché a danneggiare il tessuto economico dell’intero Paese. Certo Fontana prova la via del Tar per cercare di ridare nuova linfa e nuova speranza ad una Regione, la Lombardia, da sempre trainante nel settore economico dell’Italia, che ormai si trova in ginocchio, mentre Agnesini, dalla sua, si é detto assolutamente favorevole alla disobbedienza ‘gentile’ messa in campo da quanti hanno aderito, in tutta Italia, mossi dalla disperazione, all’iniziativa IOAPRO. La finalità degli esercenti che hanno aderito, oltre 15 mila che ad oggi continuano, nonostante le sanzioni a tenere aperti i propri ristoranti e le proprie palestre, é solo una: cercare di far comprendere al Governo e a chi decide i colori da attribuire alle varie Regioni, da cui conseguono i dpcm e le misure restrittive, che l’Italia o riparte, in tempi brevi, o é destinata purtroppo lentamente a morire.

Mi pare che Fontana, anche se con modalità differenti, abbia in fondo voluto lanciare il medesimo grido d’allarme. Seguiremo certamente gli esiti dell’udienza consci che se la sentenza del Tar fosse favorevole alle rimostranze mosse dalla Lombardia, in breve tempo molte cose potrebbero effettivamente cambiare per l’intero Paese ed il suo tessuto produttivo, da troppo tempo, ormai in standby ed in balia dei vari DPCM.

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Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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