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Mafia, blitz nel feudo del latitante Messina Denaro: 13 arresti e 11 indagati a Trapani

Dall’alba di questa mattina è in corso una maxi operazione antimafia coordinata dai Carabinieri del Comando provinciale di Trapani che hanno eseguito 13 arresti in quello che è considerato il cosiddetto feudo di Matteo Messina Denaro, latitante tra i più pericolosi al mondo e il più importante capo di Cosa Nostra ancora in libertà, nei confronti di alcuni importanti esponenti della famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo (Trapani..

Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Oltre gli arrestati sono state denunciate a piede libero altre 11 persone. L’inchiesta è coordinata dalla Dda di Palermo, per effettuare il blitz denominato “Cutrara” sono stati impiegati 200 militari dell’Arma con il supporto di unità navali, aeree e reparti specializzati come lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, nonché unità cinofile per la ricerca di armi.

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Matteo Messina Denaro

Secondo gli inquirenti sarebbe stato sigillato un nuovo patto mafioso tra i boss del feudo di Messina Denaro e gli affiliati residenti negli Stati Uniti. Tra le figure chiave che hanno permesso di siglare questo accordo spicca il pregiudicato Francesco Domingo, soprannominato “Tempesta“, già condannato a 19 anni di carcere per associazione di tipo mafioso ed altro e ritornato in libertà nel marzo del 2015. Domingo viene “riconosciuto anche negli Stati Uniti d’America ove come noto si sono da tempo insediate e sviluppate  ”cellule” di Cosa Nostra“.

Nell’ambito dell’operazione risulta indagato anche il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, eletto nel 2018 con una lista civica di  centrodestra, del quale sono stati perquisiti il suo ufficio e la sua  abitazione. Indagato anche un ex consigliere comunale di Castellamare del Golfo che aveva chiesto al boss di attivarsi per il recupero di un mezzo agricolo che gli era stato rubato, nonché un avvocato, ex consigliere Comunale di Trapani, che aveva concorso con Domingo e Francesco Virga nella estorsione ad un imprenditore agricolo.

Gli inquirenti hanno sottolineato come siano state numerose “le visite, intercettate dalle microspie e telecamere dei Carabinieri, di esponenti mafiosi della famiglia italo-americana Bonanno di New York che aggiornavano il capo mafia  castellammarese delle dinamiche e degli equilibri di Cosa Nostra  oltreoceano“.

I mafiosi americani hanno inoltre chiesto a Domingo “l’autorizzazione per poter interloquire con con altri esponenti del mandamento di Alcamo, peroravano le cause di conoscenti in patria, nonché veicolavano  messaggi tra Domingo e i sodali in America.”

Proprio con riferimento ai rapporti con Cosa nostra statunitense Domingo incontrava, riservatamente nell’estate del 2018, anche il boss di Sciacca (Agrigento) Accursio Dimino, poi arrestato nel novembre dello scorso anno, e successivamente i suoi emissari“, spiegano i carabinieri del Nucleo investigativo guidati dal tenente colonnello Antonio Merola.

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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