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Manfredi e Troisi nel cinema e nel giorno della scomparsa

Nel 2004, a distanza di dieci anni dalla scomparsa di Massimo Troisi, avvenuta nel 1994, Nino Manfredi muore a Roma. Nato 1921 a Castro dei Volsci, in provincia di Frosinone, il grande attore ciociaro si laurea in giurisprudenza per compiacere i genitori, ma non smette d’inseguire il suo sogno, frequentando l’Accademia romana d’arte drammatica “Silvio D’Amico”. Si muove inizialmente in teatro, recitando Shakespeare e Pirandello, facendosi apprezzare per il suo lato comico nel teatro di rivista.

Nino Manfredi in "C'eravamo tanto amati"
Nino Manfredi in “C’eravamo tanto amati”

Alla fine degli Anni Cinquanta inizia la sua popolarità, interpretando l’italiano furbo del boom economico, mentre in televisione spazia dal varietà del sabato ai grandi sceneggiati come “Pinocchio” di Luigi Comencini, in cui interpreta un indimenticabile Geppetto. Nel cinema lavora con Lina Wertmüller, con Ettore Scola in “C’eravamo tanto amati”, a finaco di Vittorio Gassman e Stefania Sandrelli, e negli anni anche come regista, ricevendo premi prestigiosi. Tra le sue interpretazioni memorabili, e i lavori in tv: “In Nome del Papa Re”, “In Nome del Popolo Sovrano”, “Linda e il Brigadiere”, accanto a Claudia Koll, “Grazie di tutto”, “Una storia qualunque”. Dopo un anno di coma, a causa di un ictus, muore a 83 anni.

Massimo Troisi in "Non ci resta che piangere"
Massimo Troisi in “Non ci resta che piangere”

Napoletano d’origine, Massimo Troisi è in qualche modo legato a Manfredi per una triste coincidenza, il 4 giugno, data in cui un attacco cardiaco pone fine alla sua vita. Gli interessi di Troisi, che diventerà un noto attore, regista, e sceneggiatore, si rivolgono da subito al teatro, recitando nel gruppo teatrale “I Saraceni”, di cui facevano parte Lello Arena, Enzo Decaro, Valeria Pezza e Nico Mucci, che cambia nome, successivamente, nella “Smorfia”. Il successo, sia in teatro sia in televisione, arriva con gli sketch dell’Arca di Noè, dell’Annunciazione, dei Soldati, ma l’attore è rimasto nei ricordi grazie a film come “Non ci resta che piangere”, a fianco di Roberto Benigni, “Le vie del Signore sono finite”, “Pensavo fosse amore… invece era un calesse”, e l’intramontabile “Il postino”. Ventiquattro ore dopo aver terminato le riprese di questo malinconico film, il decesso di Troisi avviene nel sonno.

Roma ha dedicato una mostra, “Troisi poeta Massimo”, allestita al Teatro dei Dioscuri al Quirinale fino al 30 giugno prossimo, in cui celebra la vita del grande attore napoletano attraverso fotografie private, immagini d’archivio, locandine, audiovisivi e carteggi personali inediti. L’esposizione è arricchita dalle testimonianze di Troisi e quelle, inedite e realizzate per l’occasione, di cari, amici e colleghi di colui che è stato definito “Un Pulcinella senza maschera”, naturale erede di Eduardo, quali Stefano Veneruso, Enzo Decaro, Anna Pavignano, Gianni Minà, Carlo Verdone, Massimo Bonetti, Gaetano Daniele, Renato Scarpa, Massimo Wertmuller, Marco Risi.

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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