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Mario Soldati: 20 anni dalla scomparsa dello scrittore e regista italiano

Mario Soldati muore 20 anni fa, il 19 giugno 1999, all’età di 93 anni. Scrittore e regista cinematografico, era nato a Torino nel 1906, aveva frequentato un collegio di gesuiti, e studiato Lettere all’università di Torino. Il suo esordio avviene con il racconto “Salmace”, scritto a 23 anni, e seguito da “America, primo amore”, dopo un soggiorno negli Stati Uniti, e da altri racconti, e romanzi, incentrati sull’imprevisto e la coscienza. La scrittura è colma di riflessioni, scorrevole, incalzante. L’attività di regista non si discosta molto dal modo di scrivere, portandolo a evocare ambienti ottocenteschi, profumati di poesia, come in “Piccolo mondo antico”, “Malombra”, “Le miserie del signor Travet”, “Daniele Cortis”, “Policarpo, ufficiale di scrittura”. Cresciuto nella Torino degli Anni Venti di Piero Gobetti, e Felice Casorati, ha al suo fianco cari amici del mondo letterario come Mario Bonfantini, Giacomo Debenedetti, Carlo Levi, Giacomo Noventa, Agostino Richelmy.

mario soldati

Soldati all’inizio ha col cinema un rapporto burrascoso, in quanto verrà anche licenziato, allontanandosi da Roma un paio d’anni. Sul set, aveva cominciato come ciacchista, avendo l’impressione che i suoi studi e i suoi libri a poco gli sarebbero tornati utili. Nel 1939 esordisce come regista con la commedia “Dora Nelson”, diventando poi il regista più popolare del 1941 con “Piccolo mondo antico”. La sua impronta cinematografica si caratterizzerà sempre per un ravvicinato contatto col popolo, e la vena poetica.

mario soldati

Negli anni della Seconda Guerra Mondiale fugge da Roma con Dino De Laurentiis, e l’avventura diventerà il diario di viaggio intitolato “Fuga in Italia”. Lavorerà per “Radio Napoli”, sarà corrispondente di guerra per l’Avanti! e l’Unità, mentre, qualche anno più tardi, nel 1954, vincerà il Premio Strega per il romanzo “Le lettere da Capri”. La scrittice Natalia Ginzburg dirà di lui: «Fra gli scrittori del Novecento italiano, Soldati è l’unico che abbia amato esprimere, costantemente e sempre, la gioia di vivere. Non il piacere di vivere, ma la gioia; il piacere di vivere è quello del turista che visita i luoghi del mondo assaporandone le piacevolezze e le offerte ma trascurandone o rifuggendone gli aspetti vili, o malati, o crudeli; la gioia di vivere non rifugge nulla e nessuno: contempla l’universo e lo esplora in ogni sua miseria e lo assolve».

le lettere da capri, mario soldati

Soldati ha avuto la capacità di far dialogare il cinema con la scrittura. Tra gli altri suoi lavori: “La provinciale”, “La donna del fiume”, “Chi legge? Un viaggio lungo il Tirreno”. Fu regista della seconda unità dei capolavori “Guerra e pace” di King Vidor, e “Ben Hur” di William Wyler. Fu tante cose Mario Soldati: sceneggiatore, giornalista, autore televisivo. Il giornalista Indro Montanelli ne parlò così: «Del talento di Soldati c’era poco da dubitare: bastava una serata con lui per rendersene conto. E a qualunque cosa lo avesse applicato – letteratura, cinema, teatro, forse anche musica -, purché lo avesse fatto a tempo pieno, cioè con totale dedizione, sarebbe diventato un numero uno. Malauguratamente per lui, e per tutti, egli era capace di fare qualsiasi cosa – racconto, saggio, sceneggiatura – ma senza riuscire ad esserne nessuna. Perché la sua vera natura e vocazione erano quelle dell’attore. In ogni momento e circostanza, anche nella conversazione tra amici come Longanesi, Maccari, Flaiano, il sottoscritto, anche – credo – a letto, Soldati recitava una parte in cui s’immedesimava, ma a scadenza».

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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