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Marotta: “Juve-Inter lunedì 9 marzo ipotesi di buon senso”

Forse è arrivata ad un punto di svolta la diatriba che si è consumata questo fine settimana all’interno e sopratutto fuori dalle stanze dei bottoni della Lega di Serie A. La giornata di campionato appena trascorsa, disputata solo da metà delle squadre partecipanti, non verrà ricordata per i risultati sportivi ma per gli effetti causati dalle disposizioni legate all’emergenza del coronavirus e alle restrizioni negli stadi situati nelle regioni più a rischio, prese per salvaguardare la salute pubblica.

Solo quattro i match disputati nella 26esima giornata di Serie A

Una mezza giornata di Serie A caratterizzata dal 2-7 dell’Atalanta in casa del Lecce con la prima tripletta stagionale di Duván Zapata, dalle convincenti prestazioni di Napoli, vittorioso per 2-1 contro un Torino in piena crisi, alla sesta sconfitta consecutiva in campionato, alla quale si aggiunge una sconfitta in Coppa Italia, e Roma, 3-4 in trasferta contro un Cagliari che non riesce trovare la vittoria in campionato da ben 11 giornate consecutive.

Lazio momentaneamente da sola in vetta

Ma sopratutto per la vittoria all’Olimpico della Lazio contro il Bologna per 2-0, che per la prima volta nella stagione in corso raggiunge il primato solitario in classifica a quota 62 punti. Un evento eccezionale che non si verificava dalla lontana stagione 1998/1999, al quale, dopo la sconfitta del Liverpool in campionato contro il Watford per 3-0, si aggiunge la striscia di imbattibilità più lunga in Europa: 21 partite senza sconfitte. Anche se a livello di Serie A si tratta pur sempre una vetta solitaria provvisoria, in quanto la Juventus, seconda a 60 punti, ha disputato una partita in meno.

Il derby d’Italia

Ed è proprio quella partita in meno ad aver scatenato una miriade di polemiche. Non si tratta di una partita qualsiasi ma di una delle partite per eccellenza della Serie A, se non “la partita” per eccellenza del campionato italiano, attesa dai tifosi di tutta italia e del mondo: il cosiddetto “derby d’Italia” tra Juventus e Inter. La situazione è degenerata dopo la decisione da parte della Lega di annullare i 6 match che si sarebbero dovuti disputare nelle regioni considerate a rischio: Udinese-Fiorentina, Milan-Genoa, Sassuolo-Brescia, Parma-Spal, Juventus-Inter e Sampdoria- Hellas Verona. Competizioni che in un primo momento era stato deciso di far giocare a porte chiuse.

Ragion di stato, motivo economico o semplice ripicca?

Nel caso specifico di Juventus-Inter un’eventuale match a porte chiuse avrebbe comportato una perdita equivalente a circa 5 milioni di euro di incasso, di cui il 20% sarebbe spettato alla società nerazzurra. Inoltre qualcuno ha fatto trapelare che il fatto di disputare la partita senza pubblico bianconero, in stragrande maggioranza, avrebbe rappresentato un vantaggio enorme per la squadra guidata da Antonio Conte, eventualità che ha fatto storcere il naso a molti dirigenti e alla proprietà juventina.

Mentre alcune fonti hanno fatto sapere che una spinta importante al rinvio della partita sia stata data da alcuni rappresentanti del governo, non meglio identificati. La motivazione sarebbe “la ragion di stato” perché mostrare alle televisioni di tutto il mondo che il match clou del campionato si sarebbe disputato senza la presenza del pubblico avrebbe potuto far perdere appeal al calcio italiano e sopratutto creare dell’ingiustificato e ulteriore allarmismo. Gli interessi del Paese prima di tutto, ma anche la tutela del prodotto “Serie A”, che rischierebbe di perdere appeal e di conseguenza futuri accordi economici televisivi di un certo spessore.

juve-inter buon senso

Scontro tra il ministro Spadafora e Marotta

A seguito degli annullamenti il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora si è scagliato contro Beppe Marotta, reo di aver rifiutato la proposta di slittamento della partita a lunedì sera. Ipotesi che avrebbe permesso ai tifosi del Piemonte e di quelle regioni dove non il divieto è stato annullato, di presenziare al match, mentre sarebbe la situazione sarebbe rimasta immutata per i tifosi provenienti dalle regioni più a rischio: Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Provvedimento che riguarda i tifosi di entrambe le squadre.

Ma a conti fatti è evidente che Marotta, insieme alla dirigenza interista due conti in tasca se li sia fatti ed abbia intuito che tale provvedimento avrebbe avvantaggiato notevolmente la Juventus, in quanto lo stadio sarebbe stato occupato quasi esclusivamente dai tifosi di casa, motivo per il quale si è opposto in maniera categorica.

Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter (Twitter)

Beppe Marotta vede di buon occhio l’ipotesi che il derby d’Italia venga disputato lunedì 9 marzo

Ma la telenovela sembra essere giunta quasi al termine in quanto stamane è ventilata la notizia che la partita potrebbe essere disputata lunedì 9 marzo a porte aperte. Ipotesi che l’amministratore dell’Inter ha definito “di buon senso“, anche se nell’Assemblea di Lega che si terrà mercoledì dice di essere interessato a conoscere quali saranno le altre due ipotesi al vaglio. In più si vocifera che tutti gli altri match non disputati nella 26esima giornata possano essere giocati nel prossimo weekend e che la 27esima giornata venga spostata a data da destinarsi.

Noi come Inter – ha affermato Marotta ai microfoni di ‘Radio anch’io lo sport‘ – dopo aver subito questa decisione abbiamo chiesto di convocare una assemblea straordinaria per arrivare ad una decisione armoniosa nel rispetto della regolarità, ci sono squadre che hanno saltato due partite come il Sassuolo. Non voglio polemizzare ulteriormente, ma quella che c’è stata una decisione per niente condivisa, è questo l’elemento di amarezza“.

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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