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Messi vuole lasciare il Barcellona, è davvero la fine del sogno blaugrana?

Leo Messi, la Pulce, il numero dieci per eccellenza del calcio moderno, il “Dio” del football, l’idolo incontrastato da 16 anni a questa parte dei tifosi del Barcellona sta meditando l’addio, o forse ha già preso la decisione di abbandonare il club che lo ha accolto dalla tenera età di 11 anni, lo ha formato come calciatore e come uomo, e gli ha permesso di consacrarsi come una leggenda assoluta, non solo di questa era ma più in generale di tutti i tempi.

Il fantasista argentino in maglia blaugrana è stato capace di abbattere record su record, contribuendo senza ombra di dubbio a trasformare il Barça in una tra le squadre più competitive del calcio europeo e mondiale: dalla stagione 2004/2005, quella di esordio per Messi, il club ha aggiunto alla propria bacheca 10 titoli nazionali, 6 Coppe di Spagna, 8 Supercoppe spagnole, 4 Champions League, 3 Supercoppe Europee e 3 Mondiali per club.

Messi Barcellona

Le 645 reti in 763 incontri disputati rappresentano solo una minima parte, per quanto straordinaria, dell’apporto che “il diez” ha fornito nei 16 anni passati in prima squadra, periodo nel quale oltre a vincere numerosi trofei è riuscito a conquistare per 6 volte la Scarpa d’oro, unico calciatore nella storia ad aver conquistato questo riconoscimento per tre stagioni consecutive, ma sopratutto è il giocatore a cui è stato assegnato il maggior numero di Palloni d’Oro, ben 6, uno in più dell’eterno rivale Cristiano Ronaldo.

Ma certi amori possono finire, soprattutto se di mezzo c’è una stagione a dir poco fallimentare, che nonostante il secondo posto in Liga è stata contraddistinta dall’esonero a metà stagione del tecnico Ernesto Valverde per far spazio a quel Quique Setién mai entrato nelle grazie del fenomeno albiceleste, e dalla peggiore sconfitta in carriera, da professionista, di Messi: l’8-2 subito per opera dei tedeschi del Bayern Monaco, poi vincitori della competizione, nei quarti di Champions League. Va sottolineato che i blaugrana non subivano 8 gol in una competizione ufficiale dal lontano 1946, per opera del Siviglia negli ottavi di Coppa del Re (0-8).

Si vocifera inoltre che il giocatore più rappresentativo del club catalano non abbia nemmeno gradito la gestione del presidente Bartomeu, che nella stagione appena terminata avrebbe puntato tutto sull’attaccante Antoine Griezmann, acquistato la scorsa estate per 120 milioni, invece di seguire i consigli di Messi che aveva caldeggiato il ritorno di Neymar, grande protagonista dell’ultima edizione della Champions League.

Messi Barcellona

A questo vanno aggiunti gli screzi degli ultimi giorni: l’epurazione di giocatori come Suarez, grande amico dell’argentino al quale è stato comunicato telefonicamente di non rientrare più nei piani futuri del club, Vidal, Rakitic e Umtiti, colonne portanti del Barcellona di questi ultimi anni che secondo Leo avrebbero potuto ancora contribuire in maniera importante a riportare il Barcellona sulla vetta del calcio spagnolo ed europeo. Che nel calcio i cicli possano finire è scontato, ma al numero dieci non sono andati giù i metodi con i quali si è voluta mettere in atto una vera e propria “purga”, che non si è capito se sia opera del neo allenatore Koeman oppure per volere del presidente.

I tifosi di quello che viene definito “Més que un club“, ovvero “Più che un club di calcio” sono in rivolta e chiedono le dimissioni immediate di Bartomeu. Inoltre sperano che il loro idolo possa ritornare sui propri passi, infatti ieri Messi ha inviato un burofax nel quale ha espresso la volontà di andare via gratis chiedendo la rescissione unilaterale del contratto nonostante questa opzione sia formalmente scaduta il 30 giugno scorso. Se la questione dovesse prendere le vie dei tribunali i legali dell’attaccante punteranno ad ottenere la rescissione adducendo la motivazione che l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha stravolto la stagione sportiva, allungando di fatto la durata delle competizioni. Per cui la decisione di esercitare questa opzione deve essere per cause di forza maggiore prorogata.

Nel caso in cui la rescissione non potesse essere esercitata è quasi impossibile che il calciatore possa trasferirsi in un altra squadra in quanto sulla sua testa pende come la spada di Damocle una clausola rescissoria da ben 700 milioni di euro, una cifra oggettivamente fuori portata per tutto il mondo del pallone. Mentre se si riuscisse a liberare gratuitamente le principali società in lizza per contendersi le sue prestazioni sarebbero il Manchester City di Pep Guardiola, che lo ha già allenato, i cugini del Manchester United, il Paris Saint-Germain che formerebbe il trio d’attacco più forte al mondo (Messi – Neymar – Mbappè), addirittura qualcuno in Spagna vocifera di un clamoroso approdo ai rivali del Real Madrid e infine in Italia prende sempre più corpo l’ipotesi Inter.

Proprio in riferimento ai nerazzurri Messi potrebbe rappresentare quel valore aggiunto in grado di permettere alla Beneamata di fare il salto di qualità necessario per spodestare la Juventus dal trono d’Italia e diventare tra le più serie candidate alla vittoria della prossima Champions League. Nello stesso tempo la Serie A diventerebbe il campionato più interessante nel panorama europeo, grazie alla presenza di CR7 e Leo che si ritroverebbero nelle vesti di avversari. A proposito di Cristiano Ronaldo e Juventus alcuni rumors non confermati hanno ipotizzato anche il possibile approdo della pulce in bianconero, una trattativa che verrebbe appoggiata in prima persona dall’Adidas, sponsor tecnico sia dell’argentino che dei bianconeri. Ma allo stato attuale questa ultima ipotesi sembra alquanto utopica.

Mentre per quanto riguarda le possibilità che la pulce indossi la maglia dell’Inter fa molto riflettere il fatto che ieri Antonio Conte abbia deciso di proseguire la sua avventura sulla panchina nerazzurra dopo le dichiarazioni bomba post finale di Europa League, persa in modo rocambolesco contro gli spagnoli del Siviglia. Il tecnico leccese aveva paventato la possibilità di lasciare il club per dedicarsi alla famiglia: e se il presidente Steven Zhang avesse promesso l’arrivo del fenomeno argentino? Se sia così o no lo scopriremo nei prossimi giorni, intanto i tifosi nerazzurri continuano a sognare.

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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