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Moneta digitale di Stato: Paesi e banche centrali la stanno esplorando

Alcune delle nazioni appartenenti all’Eurozona stanno rivolgendo la loro attenzione a una forma di moneta particolare, la moneta digitale (o criptovaluta), che è differente dalle forme tradizionali quali la banconota, la moneta metallica, la moneta scritturale (o bancaria, che le banche utilizzano quando concedono mutui e prestiti), o la moneta elettronica (e-money, che si utilizza per pagamenti in negozi, ristoranti, supermercati).

L’Estonia, per esempio, una nazione avanzata nella digitalizzazione (è al settimo posto su 28 nell’indice Desi 2020 – l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società), nel 2017 ha annunciato di voler lanciare l’estcoin (una criptovaluta simile al bitcoin), da affiancare all’euro, con l’obiettivo di attrarre investitori nel digitale dall’estero. L’estcoin verrebbe offerto a chi investe in un progetto digitale e ripagherebbe a progetto terminato (in pratica l’estcoin sarebbe un’alternativa all’emissione di bond); inoltre l’estcoin non sarebbe libero di fluttuare (come il bitcoin e le altre criptovalute) ma sarebbe agganciato all’euro.

La Bce ha ribadito che nessun Paese dell’Eurozona può coniare una propria moneta. L’Estonia ha ridimensionato quindi la portata del suo progetto ma non l’ha abbandonato definitivamente: un’altra opzione sarebbe quella di creare una criptovaluta utilizzabile solo nei confronti della Pubblica Amministrazione per pagare tasse o multe. Sarebbe una moneta legata alla e-identity (identità digitale) per cittadini con una e-residency (residenza digitale, per chi vuole aprire un’azienda in Estonia e accedere facilmente al mercato europeo).

Moneta digitale di Stato

La Lituania, altra nazione avanzata nella digitalizzazione (è al quattordicesimo posto su 28 nell’indice Desi 2020), ha lanciato in luglio 2020 la moneta digitale di Stato che si chiama LBCOIN, che altro non è che un “token” (gettone) digitale creato usando la tecnologia blockchain (la stessa tecnologia utilizzata da bitcoin). LBCOIN non sarà un euro digitale, circolerà in una rete controllata dalla Banca centrale della Lituania per un esperimento in ambiente controllato con lo scopo sia di testare la tecnologia blockchain che di avvicinare i cittadini all’utilizzo della moneta digitale e delle tecnologie digitali applicate alla finanza (fintech).

La Cina, invece, sta già conducendo esperimenti sul campo con la moneta digitale di Stato, lo yuan digitale, una valuta nativa digitale chiamata col nome non ancora ufficiale di DC/EP (Digital currency/electronic payment, basata sulla tecnologia blockchain), controllata dal governo. Nel progetto pilota che si sta svolgendo in quattro città (Suzhou, Shenzhen, Xiong’an e Chengdu) lo yuan digitale dovrebbe essere destinato nella prima fase solo alle banche commerciali (che già collaborano al progetto pilota) per poi essere diffuso successivamente a imprese e famiglie.

A Suzhou, dove il progetto pilota è più avanzato, una parte di dipendenti pubblici riceverà la paga metà in valuta tradizionale e metà in valuta digitale che verrà accreditata in portafogli (wallet) digitali residenti su smartphone per effettuare transazioni con commercianti selezionati e per pagare l’abbonamento al trasporto pubblico. L’obiettivo della Cina è quello di affrancarsi dal dollaro e ridurre l’esposizione al rischio di eventuali sanzioni che potrebbero minacciare di eliminare le imprese cinesi dal sistema di pagamento internazionale.

La presidente della Bce Christine Lagarde (Twitter)

La Bce è ancora in fase esplorativa. Intervenendo sul tema “Payments in a digital world” ad una conferenza online tenutasi alla Deutsche Bundesbankil 10 settembre 2020, la presidente della Bce Christine Lagarde ha dapprima messo in guardia sull’utilizzo di valute digitali private: “se la maggior parte dei pagamenti viene effettuata utilizzando portafogli digitali anziché depositi bancari e sono denominati in valuta digitale privata con legami deboli con la valuta sovrana, la sovranità monetaria potrebbe essere indebolita. In un mondo digitale, i consumatori devono avere la possibilità di pagare con denaro sovrano”.

Poi la presidente della Bce ha espresso una cauta apertura verso la valuta digitale della banca centrale CBDC (Central bank digital currency): “L’introduzione di un euro digitale consentirebbe all’Eurosistema di essere all’avanguardia dell’innovazione… la nuova tecnologia può essere utilizzata per rendere più efficiente il regolamento [fase di post trading] delle transazioni finanziarie”. Lagarde ha infine precisato: “Finora l’Eurosistema non ha deciso se introdurre un euro digitale. Ma, come molte altre banche centrali in tutto il mondo, stiamo esplorando i vantaggi, i rischi e le sfide operative di farlo. I risultati di una task force dell’Eurosistema dovrebbero essere presentati al pubblico nelle prossime settimane, seguiti dall’avvio di una consultazione pubblica”.

Claudio Maria Perfetto

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