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Nasa, test difesa planetaria: la sonda Dart colpisce l’asteroide Dimorphos

Questa notte alle 01:14 (ora italiana) la sonda Dart della Nasa ha colpito Dimorphos, un piccolo asteroide dal diametro di 160 metri, per deviarne la traiettoria, nel primo esperimento di difesa planetaria, ossia progettato per difendere in futuro la Terra da asteroidi minacciosi.

C’è anche un po’ di Italia in questo importante test: le immagini dell’impatto sono state catturate dal minisatellite italiano LiciaCube, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato dall’azienda Argotec. Al progetto hanno partecipato per la parte scientifica Istituto Nazionale di Astrofisica, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università Parthenope di Napoli e Istituto di Fisica Applicata ‘Nello Carrara’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Nel momento dell’impatto LiciaCube si trovava a meno di 1.000 chilometri dall’asteroide e subito dopo la collisione è entrato in scena come un fotoreporter cosmico per riprendere il punto dell’impatto.

Dimorphos orbita attorno all’asteoroide Didymos ogni 11 ore e 55 minuti, ma nessuno dei due rappresenta una minacci reale per la Terra. Gli scienziati hanno insistito sul fatto che Dart non avrebbe frantumato Dimorphos ma l’impatto dovrebbe essere sufficiente per ridurre la sua orbita. I telescopi avranno bisogno da pochi giorni a quasi un mese per verificare la nuova orbita. Lo spostamento orbitale previsto dell’1% potrebbe non sembrare molto, hanno osservato gli scienziati. Ma hanno sottolineato che equivarrebbe a un cambiamento significativo nel corso degli anni.

Mentre la sonda si avvicinava al bersaglio, la sua telecamera ha inviato immagini sempre più dettagliate della superficie del corpo celeste, distante dalla Terra 13 milioni di chilometri. A ogni immagine l’emozione aumentava nel Centro di controllo della Nasa, fino al grandissimo applauso che ha salutato l’impatto.

Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l’Asi, che ha seguito la missione dal Centro di controllo di Torino, all’Ansa ha definito l’impatto “spettacolare” esaltando il lavoro del minisatellite italiano LiciaCube che ha dato l’opportunità agli esperti italiani di assistere ad un momento storico, ovvero quello di “assistere la prima volta che il genere umano modifica lo stato orbitale di un corpo celeste

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