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Noa si è lasciata morire, non si è trattato di eutanasia

AJA. La diciassettenne Noa Pothoven non si è sottoposta a eutanasia, ma si è lasciata morire, rifiutando ogni alimento e ogni cura. E’ questa la notizia rimbalzata nella serata di ieri dall’Olanda sulla morte della ragazzina, da anni vittima di depressione e anoressia dopo aver subito due stupri quando aveva poco più di 10 anni. Il mondo da quando la vicenda è rimbalzata sulle prime pagine dei media ha cominciato ad interrogarsi, spartendosi tra pro e contro ed alimentando la polemica sulle questioni etiche sollevate dal caso. Questioni sulle quali è intervenuto ieri anche Papa Francesco con un post su Twitter: “L’eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza”.

La decisione di lasciarsi morire di fame e di sete era arrivata dopo mesi di sofferenze, che la ragazza aveva tentato in tutti i modi di esorcizzare raccontandosi attraverso Instagram e sulle pagine di un libro, Winning or Learning, dedicato a chi come lei era lacerato dalle patologie psichiche. A questo punto, sarà un’ispezione del ministero della Sanità olandese, ed eventualmente una successiva indagine ufficiale, a fare definitiva chiarezza sulle circostanze della morte.

Ieri l’altro la stampa olandese e britannica aveva parlato di eutanasia, legale in Olanda, come pure il suicidio assistito, in certe condizioni. Ma Noa, a quanto si è appreso, aveva ricevuto un rifiuto quando si era rivolta autonomamente, l’anno scorso, ad una clinica specializzata dell’Aja. A quel punto la ragazzina, già sofferente di anoressia da molti anni e sottoposta a vari tentativi di cure, avrebbe semplicemente deciso di non mangiare né bere, e di rifiutare le cure. Una circostanza purtroppo non rara in queste patologie e di fronte alla quale non è facile accertare se familiari e medici avrebbero potuto fare qualcosa. L’ispezione del ministero accerterà quali sono state le cure ricevute da Noa e se ci sia stato qualche omissione o errore.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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