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Notre-Dame, spento il rogo ora divampano le polemiche

PARIGI. Spento il rogo che ha devastato Notre-Dame, a Parigi, è il momento della solidarietà, ma anche delle polemiche sui soccorsi giunti in ritardo e sui lavori di restauro da cui sarebbe scaturito l’incendio. Ingenti i danni: la volta della navata centrale è crollata, salve invece le torri e le opere d’arte, che saranno trasferite al Louvre. Non ci sono stati feriti tra i fedeli o i turisti, l’unico in gravi condizioni è un pompiere, uno dei 500 intervenuti con ingenti mezzi per tentare di domare le fiamme che continuavano ad avanzare inesorabili.

Il procuratore di Parigi Remy Heitz sta passando al setaccio quei fatali minuti (23 per l’esattezza) in cui si è deciso di non agire. E durante i quali, per fortuna, il principio di cautela ha spinto i responsabili della cattedrale ad evacuare la navata piena di fedeli. Il fuoco è spento, Notre-Dame ha tremato ma è ancora in piedi, salvata sul filo dei minuti, fra i 15 e i 30 precisa il sottosegretario all’Interno, Laurent Nunez. La struttura ha tenuto ma le prime immagini all’interno sono impressionanti, con la navata centrale in buona parte a cielo aperto per il crollo del tetto e della volta.

Emmanuel Macron ieri ha parlato ai francesi garantendo che la cattedrale verrà ricostruita in cinque anni, “ancora più bella. Ce la possiamo fare”. Intanto, è partita la gara alla solidarietà, miliardari come Pinault (il primo a lanciarsi nella corsa stanotte, con 100 milioni di euro) e Arnault, seguiti da Bettencourt e da imprese come Total, hanno totalizzato oltre 700 milioni in poche ore. Ma si muovono anche istituzioni pubbliche, enti, università, che offrono il savoir-faire dei loro esperti e il background dei tecnici. La sindaca Hidalgo ha invocato addirittura una conferenza mondiale dei donatori, l’Unesco ha offerto la sua perizia in tema di monumenti danneggiati. Al momento sarebbe stata superata quota 1 miliardi, proprio quanto dovrebbe occorrere per ricostruire Notre-Dame.

Infine, per quanto riguarda le opere d’arte verranno trasferite al Louvre sino a che i lavori non saranno terminati e potranno tornare all’interno della cattedrale.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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