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Nuova Zelanda, strage in due moschee: sono 40 le vittime

WELLINGTON. E’ di 40 morti il primo terribile bilancio dell’attacco avvenuto intorno alle 13.40 ora locale – l’1.40 del mattino in Italia – in due distinte moschee della città di Christchurch in Nuova Zelanda. Il primo allarme è arrivato dalla moschea di Al Noor, dove c’erano almeno 300 persone raccolte nella preghiera del venerdì. Poco dopo il secondo assalto alla moschea di Masjid nel sobborgo di Linwood. A sparare sarebbe stato un commando formato da 3 uomini e una donna, che la polizia è successivamente riuscita a fermare. La dinamica del secondo attacco non è ancora chiara, ma comporterebbe delle auto cariche di esplosivi. La polizia neozelandese rende noto di aver disinnescato un certo numero di ordigni esplosivi improvvisati trovati all’interno di veicoli dopo le sparatorie nelle moschee.

“Il ritrovamento di esplosivi – ha detto il commissario di polizia neozelandese, Mike Bush, durante la prima concitata conferenza stampa – sottolinea la serietà dell’attacco”. Tanto più che nelle stesse ore il centro della città era pieno di giovani diretti alla locale manifestazione per il clima degli studenti, che per ragioni di sicurezza è stata poi cancellata. 

Anche la premier neozelandese Jacinda Ardern ha confermato che sono morte 40 persone. Ardern ha detto che la strage compiuta oggi nelle due moschee è stata frutto di un “attacco terroristico”.

A rivendicare la responsabilità delle sparatorie nelle due moschee di Christchurch lasciando un manifesto anti immigrati di 74 pagine dovrebbe essere un uomo di 28 anni. Nel messaggio di rivendicazione precisa di non parte di specifiche organizzazioni, ma di aver fatto donazioni e interagito con molti gruppi nazionalisti, sebbene abbia agito da solo e nessun gruppo abbia ordinato l’attacco. Ha aggiunto di aver scelto la Nuova Zelanda a causa della sua posizione, per dimostrare che anche le parti più remote del mondo non sono esenti da “immigrazione di massa”.

Sarebbero scampati per un soffio a una delle due sparatorie i giocatori nella nazionale di cricket del Bangladesh. Secondo quanto alcuni di loro hanno scritto sui social media, atleti e i membri dello staff della squadra si stavano avvicinando sul loro autobus alla moschea Masjid Al Noor quando è scoppiata la sparatoria. Cancellato il test match che era in programma domani contro la Nuova Zelanda.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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