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Oggi è la Giornata Internazionale contro l’uso dei bambini soldato

Unicef denuncia che nel 2019 sono stati circa 7.750 i bambini reclutati e utilizzati da forze e gruppi armati.

Nella Giornata Internazionale contro l’uso dei bambini soldato l’UNICEF lancia un appello per contrastare l’utilizzo, terribile, dei bambini nei conflitti armati che costituisce grave violazione dei diritti dei bambini e non può esistere ancora nel 2021. Secondo il Rapporto 2019 del Segretario Generale su infanzia e conflitti armati, nel 2019 sono stati circa 7.750 i bambini reclutati e utilizzati da forze e gruppi armati, alcuni persino di 6 anni. Anche se inferiore rispetto al 2018, questo dato è ancora preoccupante.

Bambini costretti a eseguire e assistere ad atrocità, e che finiscono inevitabilmente per essere uccisi, feriti, mutilati, abusati mentalmente e sessualmente. La maggior parte dei casi sono stati perpetrati da attori non statali in Repubblica Democratica del Congo, Somalia e Siria. Le azioni rafforzate di prevenzione hanno portato al rilascio o alla separazione di oltre 13.200 bambini dalle forze armate o dai gruppi armati nel 2019.

Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia sottolinea come per la maggior parte di coloro che riescono a scappare o vengono rilasciati, l’assistenza disponibile sia molto limitata. Inoltre le ferite fisiche, se non curate adeguatamente, possono diventare disabilità per la vita, mentre quelle mentali possono causare conseguenze psicologiche di lungo periodo come disturbi post traumatici da stress.

bambini soldato

Con frustrazione e impazienza chiedo a tutti i gruppi e le forze armati di interrompere il reclutamento e l’uso di bambini, immediatamente”, ha chiesto Andrea Suley, rappresentante dell’UNICEF in Sudan del Sud. “Chiedo al Governo del Sud Sudan di destinare dei fondi e avviare l’implementazione del Piano di Azione contro tutte le sei gravi violazioni contro i bambini nei conflitti armati, firmato lo scorso anno”.

Bambini soldato: UNICEF lancia la serie “Quando chiudo gli occhi”

Proprio questa settimana l’UNICEF ha lanciato una video-serie dal titolo “Quando chiudo gli occhi” basata su esperienze reali di bambini in Sudan del Sud, che ha l’obiettivo di portare attenzione sulle conseguenze psicologiche del venire utilizzati da gruppi e forze armate. Dopo essere stati rilasciati o scappati, i bambini spesso hanno incubi, comportamenti aggressivi, pensieri intrusivi e ansia.

Una cattiva salute mentale è molto dannosa per lo sviluppo dei bambini, ma è spesso trascurata o non curata, visto che i fragili sistemi di assistenza sanitaria lottano per gestire i bisogni più elementari di assistenza sanitaria. Nel Paese nordafricano, dove il numero di bambini usati in conflitti armati è alto, ci sono solo 3 psichiatri, 23 psicologi e 1 centro psichiatrico con posti letto limitati. Con la chiusura delle scuole a causa del Covid-19, un ulteriore importante spazio per il supporto psicosociale è venuto meno, peggiorando una situazione già difficile.

La video-serie sui bambini soldato intitolata “Quando chiudo gli occhi

Gli operatori sociali sono la spina dorsale del programma di reintegro per i bambini associati a forze e gruppi armati. Ogni bambino è seguito da un operatore sociale per 3 anni per aiutarlo a superare le esperienze difficili e ricostruire la sua vita e il suo futuro. Lo scorso anno il programma non è stato finanziato per il 73% e non ha avuto la possibilità di rispondere a tutti I bisogni.

“Fornire ai bambini, che ne hanno già passate tante, la cura e il sostegno di cui hanno bisogno per ricostruire le loro vite dovrebbe essere una priorità urgente”, ha concluso Suley. Questo significa un aumento dei finanziamenti per i programmi esistenti e un approccio ambizioso per ampliare l’assistenza alla salute mentale. Va evidenziato che dal 2013, l’UNICEF ha supportato il rilascio e il reintegro di 3.785 bambini associati a forze e gruppi armati in Sudan del Sud.

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