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La manovra arriva in Senato: Gualtieri apre a modifiche su plastic tax

Da oggi il percorso parlamentare della legge di Bilancio arriva in Senato: una manovra da circa 30 miliardi di euro. Un iter che già prima del suo approdo a Palazzo Madama sta scatenando un fiume di polemiche e frizioni all’interno della maggioranza giallo-rossa. La sensazione è che prima dell’approvazione definitiva possa subire delle importanti modifiche.

Il testo della manovra è stato trasmesso al Senato, insieme al decreto del presidente della Repubblica che autorizza la presentazione alle camere dello stesso disegno di legge. Sergio Mattarella ha firmato il ddl di bilancio e il dl crisi aziendali. Il ddl che contiene la manovra sarà ora esaminato dal Senato, mentre il dl crisi aziendali, convertito dalle Camere, diviene legge.

manovra Senato
Il premier Giuseppe Conte a fianco del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (Twitter)

L’iter della Legge di Bilancio inizierà al Senato dove, una volta incardinata nelle competenti commissioni, si svolgerà il consueto ciclo di audizioni. La legge di Bilancio farà ricorso a un maggior deficit per un valore di 16,3 miliardi nel 2020, di 12,7 miliardi nel 2021 e 10,5 miliardi nel 2022. Emerge dalla lettura della tabella finale di sintesi della Legge di Bilancio nella quale sono indicati gli effetti complessivi delle misure ai fini dell’indebitamento netto. Le nuove tasse introdotte con la manovra aumenteranno nel 2020 il prelievo fiscale per oltre 2 miliardi. L’anno successivo l’incasso raddoppia a oltre 4 miliardi. Il testo ha ottenuto la bollinatura della Ragioneria generale e la firma del presidente Mattarella.

Fatte salve le misure in merito all’aumento dell’Iva, che vale da sola 23 miliardi, le politiche a favore delle famiglie con l’erogazione del bonus bebè e l’istituzione di un fondo famiglie a partire dal 2021, oltre il taglio del cuneo fiscale attraverso un’aumento nelle buste paga di circa 40 euro, tutto il resto potrà subire delle radicali modifiche se non addirittura essere definitivamente accantonato. Tra queste la tassazione delle auto aziendali, sulle cartine e sui filtri per le sigarette e due provvedimenti che hanno scatenato le maggiori incomprensioni tra gli alleati di governo: la sugar tax e la plastic tax.

Proprio sulla plastic tax il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, apre ad una possibile mediazione: “Occorre modularla bene e sono pronto a discutere con gli operatori del settore“. Parole alle quali ha prontamente replicato dalle proprie pagine social il capo politico M5s Luigi Di Maio definendo il dibattito ‘surreale’: “Qui abbiamo sentito e visto partiti politici che per anni ci hanno detto: rispettiamo l’ambiente, amiamolo, pensiamo al futuro. E nel frattempo però, mentre si riempivano la bocca di queste belle parole, trivellavano i mari, inauguravano nuovi inceneritori, rievocavano il nucleare. La Lega lo ha fatto anche al governo insieme a noi e li abbiamo sempre fermati.Per questi signori qui l’ambiente è un pozzo per fare soldi e basta, alcune inchieste della magistratura lo hanno dimostrato.”

Luigi Di Maio e il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi (Twitter)

Il ministro degli Esteri afferma inoltre che “per la prima volta c’è un governo che ci mette la faccia“, e attraverso un Green New Deal, ovvero un grande piano per l’ambiente, potrà garantire un futuro migliore per generazioni avvenire e per le nostre imprese, al fine di renderle più competitive sui mercati internazionali.

Di diverso avviso Matteo Renzi, leader di Italia Viva che attraverso le parole del deputato Luigi Marattin spiega la sua ricetta alternativa: “Plastic tax, sugar tax e aumento delle tasse sulle auto aziendali valgono 1,5 miliardiNoi abbiamo tre suggerimenti alternativi per abolirle. Il primo è far slittare il taglio del cuneo da luglio a ottobre. Già questo sarebbe sufficiente”.

Mentre il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, apre al dialogo parlamentare, con un piccolo riferimento polemico nei confronti di Renzi: “Se qualcosa non va in uno spirito unitario si affronterà come sempre è avvenuto nel percorso parlamentare. Ma bisogna farlo insieme e uniti. Basta furbizie“.

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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