• IL SANTO DEL GIORNO

Pasqua di Resurrezione, festa solenne per eccellenza

Per il cristianesimo, la Pasqua è la solennità delle solennità. La festa delle feste per il mondo cristiano. La festa più grande per il cristiano. È il giorno della gioia, del sollievo, del gaudio che sopraggiunge, dopo una fase di dolore e di mestizia. La Pasqua è la dimostrazione reale della divinità di Cristo. È una forza, una energia d’amore immensa, come lievito nella vita dell’uomo o come energia incredibile, che si espande a livelli concentrici fino all’infinito cristico, alimentando e sorreggendo la speranza che anche l’uomo risorgerà, perché le membra seguono la sorte del capo, dal momento che hanno la stessa natura umana.

Il fatto pasquale indica l’evento storico e irripetibile della morte e risurrezione di Cristo. In questo modo, secondo anche l’interpretazione della Costituzione Liturgica, la Pasqua non è altro che la festa della morte e risurrezione, mentre l’ascensione chiude il ciclo festivo della glorificazione di Cristo. Liturgicamente, invece, i due avvenimenti della festa vengono celebrati distintamente.

Molto importante, perciò, è considerare morte e risurrezione sempre insieme come due aspetti inseparabili della medesima realtà, perché la forza dell’evento storico è meno nella materialità di ciascuna che nel loro intimo legame. Il fatto pasquale, infatti, è il passaggio dalla morte alla vita per Cristo, e dalla morte fisica alla vita dello spirito per i cristiani. I due eventi, pur visti uno alla luce dell’altro, tuttavia quello della risurrezione ha il primato su quello della morte.

Nella Pasqua bisogna considerare oltre al “fatto”, anche il mistero pasquale, ossia l’effetto salvifico della storia della salvezza, che Cristo, liberamente morendo e risorgendo, compie a vantaggio degli uomini, suoi simili, creati a sua immagine. Del mistero pasquale, la Chiesa, che è a continuazione storica del Cristo, facilita la comprensione della Pasqua descrivendola con tre definizioni: come liberazione, come Agnello pasquale e come glorificazione del Cristo.

Tra le caratteristiche principali della Pasqua, oltre al fatto e al mistero, è da mettere in luce soprattutto il rito pasquale, che ricorda il fatto come memoriale e attualizza il mistero come grazia. Di norma, il “rito” è un segno, mentre il “fatto” è la cosa significata.

Giova ricordare: l’evento storico, in quanto personale, non si può ripetere; l’evento di grazia o di salvezza, invece, in quanto effetto del mistero unito a Cristo, che è sempre presente, si può rinnovare e attualizzare. Il “rito”, infatti, è il segno che mette in contatto con il “mistero”, sempre operante in virtù dell’eterno presente di Cristo, che è il punctum temporis: il presente continuato!

Dall’insieme della liturgia cristiana, che è un complesso di segni che significano e realizzano il mistero pasquale della Chiesa, c’è un “rito” per eccellenza, che scandisce l’intero ciclo della Liturgia, sia quello annuale che settimanale e quotidiano. Questo rito pasquale è l’Eucaristia, che, come memoriale della Pasqua del Signore, attualizza la grazia di salvezza compiuta nella morte e risurrezione di Cristo.

Pasqua

A livello storico, la datazione della Pasqua, nel mondo cristiano fu motivo di gravi controversie fra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, la prima era composta da ebrei convertiti e la celebrava subito dopo la Pasqua ebraica e cioè nella sera della luna piena, il 14 Nisan, primo mese dell’anno ebraico; quindi sempre in giorni diversi della settimana. Mentre i cristiani convertiti dal paganesimo, la celebravano nel primo giorno della settimana, cioè la Domenica (il Sabato ebraico), questo criterio fu adottato dalla Chiesa d’Occidente.

La controversia durò parecchio, coinvolgendo sante ed autorevoli figure di vescovi di ambo le parti, come Policarpo, Ireneo e papi come Aniceto e Vittore I; solo con il Concilio di Nicea del 325, si ottenne che fosse celebrata nello stesso giorno in tutta la cristianità e cioè adottando il rito Occidentale, fissandola nella domenica che seguiva il plenilunio di primavera.

Tralasciamo tutte le successive controversie su questo problema; oggi la celebrazione cade tra il 22 marzo e il 25 aprile denominandola così Pasqua bassa o alta, secondo il periodo in cui capita. Essendo una festa mobile, determina la data di altre celebrazioni ad essa collegate, come la Quaresima, la Settimana Santa, l’Ascensione, la Pentecoste.

Alessio Yandusheff Rumiantseff

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Alessio Yandusheff-Rumiantseff

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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