ROMA. Renzi e i renziani sono pronti a formare un nuovo gruppo alla Camera e al Senato, staccandosi così dal Pd. Dunque, la scissione è ormai quasi cosa fatta. E lo faranno senza neppure aspettare la Leopolda, prevista a partire dal 18 ottobre. Qualcuno è convinto che in Parlamento avverrà già in settimana. Ma il processo che potrebbe portare a un vero e proprio distacco dal Pd dovrebbe trovare il suo compimento proprio alla Leopolda. Per ora i gruppi renziani non si ingrosseranno di molte adesioni: tra i 18 e i 20 alla Camera e una decina al Senato.
Intanto, ieri Matteo Renzi ha mandato avanti i due protagonisti dei suoi Comitati civici, Ettore Rosato e Ivan Scalfarotto, a dire che si tratta di una “separazione consensuale”. Ma questa lettura non è stata condivisa e neppure accettata dal segretario Nicola Zingaretti e da Dario Franceschini. I vertici del partito per provare a chiudere la partita senza fuoriuscite drammatiche stanno pensando di dare la presidenza a un’esponente di spicco renziana, come Maria Elena Boschi. L’alternativa potrebbe essere Roberto Giachetti. Anche se per qualcuno potrebbe essere troppo tardi per una mossa del genere.
Ma secondo quanto trapela dagli ambienti renziani, il dado è ormai tratto. C’è soltanto da capire cosa sarà questo nuovo movimento: non un vero partito, almeno per il momento. Non c’è l’idea di presentarsi autonomamente alle prossime elezioni regionali. Per ora si penserebbe piuttosto a una struttura basata sui Comitati civici di Rosato e Scalfarotto.