• CRONACHE

Pestano l’amante della moglie di un detenuto, presi

BRINDISI. Per evitare che un giovane brindisino continuasse ad incontrare la moglie di un loro parente detenuto avrebbero organizzato una spedizione punitiva e, dopo aver scoperto di notte la donna in compagnia del suo presunto amante, avrebbero pestato l’uomo con calci, pugni e schiaffi al volto, percuotendolo anche con un bastone. Pochi minuti dopo che i due si erano appartati però, la Antonicelli e i figli, da quanto appurato dalla Mobile, escono allo scoperto. Gli indagati aprono la portiera dell’auto e colgono gli amanti in atteggiamenti intimi. La donna riesce a fuggire. Per l’uomo, invece, non c’è alcuna pietà. Il malcapitato viene colpito più volte alla testa con ferocia inaudita. Dopo averlo lasciato per terra, i tre si impossessano della sua auto e si dileguano. Nel frattempo una donna che abita un in palazzo poco distante dallo stadio, spaventata dalle urla, aveva allertato le forze dell’ordine. Giunti subito sul posto, i poliziotti della sezione Volanti trovano la vittima con il volto insanguinato e la affidano al personale del 118. L’uomo viene trasportato presso l’ospedale Perrino di Brindisi.

Da lì, data la gravità delle ferite riportate, viene trasferito presso un altro ospedale della regione specializzato nel trattamento di traumi maxillo facciali (il Miulli di Acquaviva delle Fonti), dove è stato ricoverato con prognosi di trenta giorni, con fratture al cranio e al volto. “La vittima, ascoltata dalla Mobile, ha parlato di una rapina, senza fornire alcuna indicazione sugli aggressori. Ma tale ipotesi è stata subito scartata. Che senso avrebbe avuto accanirsi in quel modo sull’automobilista, solo per portargli via l’auto (ritrovata nei giorni successivi al rione Sant’Elia)? “Abbiamo svolto una indagine classica – ha dichiarato il vicequestore Rita Sverdigliozzi nel corso di una conferenza stampa che si è svolta stamattina in questura – per chiarire la vicenda. Abbiamo lavorato a tappeto, fino agli arresti odierni”. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito la notte scorsa. La madre si trova in regime di domiciliari. I due figli si trovano in carcere. Quest’ultimi erano già noti alle forze dell’ordine. Giuseppe Cavaliere, in particolare, fu coinvolto in un altro episodio di cronaca nel gennaio 2019, quando rimase vittima di colpi d’arma da fuoco esplosi in largo Concordia, nel cuore della movida. 

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