PITTSBURG. Il Dipartimento di Giustizia chiederà la pena di morte per Robert Bowers, il suprematista bianco di 46 anni che nell’ottobre dello scorso anno provocò una strage nella sinagoga di Pittsburgh, in Pennsylvania: 11 gli ebrei uccisi durante le funzioni dello Shabbat, 6 i feriti. Si trattò dell’attacco più sanguinoso contro la comunità ebraica nella storia degli Stati Uniti. Nei suoi confronti erano stati presentati 29 capi d’accusa, fra questi anche quello di crimine d’odio. Al momento della sparatoria il killer aveva gridato: “Gli ebrei devono morire”.
Assiduo frequentatore di Gab.com, social media popolare fra gli esponenti dell’ultra-destra, nel suo profilo aveva pubblicato molti attacchi contro gli ebrei: da gennaio in poi aveva postato 627 messaggi, fra i quali anche le accuse a Trump: ”È un globalista, non un nazionalista” ed è controllato dagli ebrei. Un tema, quello della presunta influenza ebraica sul governo americano, che ha cavalcato più volte, anche pubblicando una vignetta con la frase usata spesso dai suprematisti bianchi, ovvero ‘‘i sionisti occupano il governo’‘.
La richiesta della pena capitale è “giustificata” dalla “mancanza di rimorso” di Bowers, si legge nella documentazione depositata in tribunale. La decisione di chiedere la pena di capitale arriva a un mese di distanza dall’annuncio del dipartimento di voler riprendere la pena di morte per i prigionieri federali, per i quali era sospesa da una moratoria dal 2003.