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Ponte Morandi, dopo il dolore il fututo di Genova

GENOVA. Implosione del moncone est del ponte Morandi è avvenuta. È il giorno più lungo per Genova. Le operazioni erano state posticipate di un quarto d’ora rispetto alle 9, come previsto. Le due pile gemelle di quella crollata, la 10 e la 11, secondo il progetto, si sono schiantate al suolo nel giro di sei secondi. Con un sordo boato, la dinamite e il plastico collocati su piloni e stralli delle pile 10 e 11 dell’ex viadotto Morandi hanno fatto collassare la struttura alle 9,40 del 28 giugno 2019.

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Forte emozione da parte del sindaco Marco Bucci che con il governatore Giovanni Toti e i ministri dell’Interno Matteo Salvini, dello sviluppo economico Luigi Di Maio e della Difesa Elisabetta Trenta ha assistito all’implosione controllata. Le operazioni di “implosione controllata“, guidata dall’esperto esplosivista Danilo Coppe sono avvenute nel rispetto dei modi e dei tempi annunciati. In precedenza, l’evacuazione della zona è stata completata con qualche minuto di ritardo perché si pensava potesse esserci un uomo che non voleva abbandonare la sua abitazione. Ma la casa in questione è risultata vuota.

ponte morandi

Sono circa 3.500 le persone sfollate dall’area tra ieri pomeriggio e le prime ore di stamattina. Sono stati schierati più di 400 uomini delle forze dell’ordine per la sicurezza. La viabilità è bloccata, con fortissime ripercussioni e disagi al traffico di tutta la Liguria. Poco dopo l’alba sono iniziate le operazioni di sgombero degli ultimi residenti nella zona di via Fillak.

ponte morandi

Tutte le oltre persone che vivono nella zona rossa hanno lasciato le loro abitazioni: ieri pomeriggio erano stati trasferiti anziani, disabili, donne incinta. In cantiere intanto gli esperti hanno predisposto i materiali utili per le “volate” che distruggeranno i due monconi. Oltre 400 gli uomini delle forze di polizia che presidiano tutta la zona. Sono impegnati in attività anti-sciacallaggio, servizio d’ordine per la sicurezza pubblica, bonifica preventiva e ausilio alle operazioni di evacuazione. Dopo il completamento delle evacuazioni dalle case che si trovano nella red zone, si è passati all’ultima supervisione delle cariche collocate all’interno dei fori sulle pile e del reticolato di inneschi.

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La diretta Facebook dopo l’esplosione controllata del Ponte Morandi. Local Team TV

Dopo l’ok dei fochini alla centrale operativa, il capo della Siag Coppe ha dato l’impulso elettrico al detonatore che ha fatto saltare, a pochi microsecondi l’uno dall’altro, gli inneschi delle cariche. Il ‘big boom’ è durato pochi secondi, poi prima l’una e poi l’altra pila sono andate giù le case in via Monte Porro. A 11 mesi dalla tragedia che ha sconvolto Genova, nella zona est del cantiere lungo il Polcevera può definitivamente partire la ricostruzione.

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