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Proroga elezioni regionali, scintille fra governo e regioni

ROMA. Ormai si litiga su tutto, e con tutti, indipendentemente dal colore della casacca o della Regione che si rappresenta. Il governo è costantemente bloccato da farraginose e impopolari imposizioni e decisioni che vorrebbe imporre. La proroga della data delle elezioni regionali, che “può essere giustificata solo da ragioni sanitarie ed emergenziali, sta assumendo i contorni di una decisione politica e, ci sia concesso, basata sulla convenienza di parte, che a nostro avviso non può giustificare la compressione dell’autonomia legislativa regionale e il diritto di voto degli elettori”.

E’ la lettera firmata dai governatori di Campania, Puglia, Veneto, Liguria e Marche, indirizzata a Mattarella, al quale chiedono un intervento per evitare che le elezioni si svolgano dal 20 settembre in poi, come è intenzione del Governo. E si è concluso con un nulla di fatto l’incontro tra il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e governatori delle cinque regioni prossime alle elezioni, De Luca, Emiliano, Ceriscioli, Toti e Zaia, presidenti rispettivamente di Campania, Puglia, Marche, Liguria e Veneto. Il tema dell’incontro è stato la data delle votazioni che erano state posticipate per l’emergenza Covid e che secondo il governo potrebbero svolgersi il prossimo 20 settembre. I cinque governatori hanno però espresso la massima contrarietà su questa data, chiedendo di anticiparla e di aprire un ventaglio possibile per le elezioni dal 27 luglio. “Votare è un principio democratico, se va avanti così siamo costretti a rompere con il governo”, hanno detto i cinque governatori, secondo quanto si apprende.

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