• Senza categoria

Reddito di cittadinanza: i requisiti per inoltrare la domanda

ROMA. Reddito di cittadinanza si parte. Ecco chi può richiederlo: Isee inferiore a 9.360 annui se si è single, un reddito familiare inferiore a 6.000 euro, un patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non superiore a 30.000 euro, un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro, ma anche limiti sul possesso di auto e moto di media cilindrata: sono i requisiti economici che dovrà avere chi intende presentare da domani domanda per il Reddito di cittadinanza. La misura di contrasto alla povertà, che insieme al sussidio economico prevede anche un percorso di inserimento nel mercato del lavoro che inizia con la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro di tutti i componenti della famiglia (a meno che siano minorenni, pensionati, disabili o impegnati in un’attività di lavoro o di studio), ha anche un requisito legato alla residenza.

Potrà essere chiesto dai cittadini italiani o comunitari e dagli extracomunitari con permesso di lungo soggiorno residenti in Italia da almeno 10 anni (gli ultimi due in via continuativa). I requisiti economici sono legati a una scala di equivalenza che vale uno per il primo componente della famiglia, 0,4 per ogni altro componente maggiorenne e 0,2 per i minorenni con un limite massimo a 2,1.

Quindi nel caso di una famiglia con due adulti e tre figli di cui due minori la scala di equivalenza sarà comunque 2,1 e il reddito familiare per avere l’integrazione al reddito non dovrà superare i 1.050 euro al mese (12.600 l’anno).

Il Reddito di cittadinanza è un’integrazione al reddito familiare e potrà arrivare a 500 euro al mese (6.000 euro l’anno) per un single che ha un reddito pari a zero. Nel caso in cui la famiglia viva in affitto è previsto un contributo per l’affitto che può arrivare a 280 euro al mese. Per una famiglia con tre figli di cui due minorenni il beneficio potrà arrivare a 1.050 euro al mese nel caso di reddito uguale a zero. A questi si aggiungeranno fino a 280 euro se il nucleo vive in affitto. Se i componenti della famiglia hanno più di 67 anni il reddito di cittadinanza diventa pensione di cittadinanza.

Il sussidio viene erogato per 18 mesi è può essere rinnovato dopo la sospensione di un mese. E’ necessaria la dichiarazione di immediata disponibilità e l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale che può prevedere attività di servizio alla comunità, per la riqualificazione professionale o il completamento degli studi nonché altri impegni finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro e all’inclusione sociale.

I beneficiari del reddito hanno l’obbligo di comunicare all’ente erogatore entro quindici giorni, ogni variazione patrimoniale che comporti la perdita dei requisiti per il sussidio.

Da oggi, mercoledì 6 marzo, è possibile inviare le domande o nelle sedi dei Caf, o online sul sito del Reddito di cittadinanza se si è in possesso dell’identità digitale Spid, o negli uffici postali compilando il modulo Inps. Il modulo è naturalmente basato sulle regole del decreto in vigore ma potrebbe essere modificato se in sede di conversione (la settimana prossima il testo è atteso alla Camera) ci dovessero essere emendamenti che lo cambiano.

Le informazioni contenute nella domanda di Reddito sono comunicate all’Inps entro dieci giorni lavorativi dalla richiesta. L’Inps verifica il possesso dei requisiti nei successivi cinque giorni e, in caso di esito positivo, riconosce il beneficio che sarà erogato attraverso una carta di pagamento elettronica emessa da Poste Italiane. Oltre all’acquisto di beni e servizi di base, si legge nel sito governativo sul Reddito, essa consente di effettuare prelievi di contante entro un limite mensile non superiore a 100 euro per i nuclei familiari composti da un singolo individuo (incrementata in base al numero di componenti il nucleo). È vietato usare la card per giochi che prevedono vincite in denaro. E’ prevista la decadenza dal beneficio nel caso non si faccia la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, non si partecipi alle eventuali iniziative di formazione o si rifiuti un’offerta di lavoro congrua. Nel caso si scopra che sono state presentate dichiarazioni o documenti falsi il beneficiario è punibile con una pena da due a sei anni di reclusione. Sarà inoltre richiesta la restituzione di quanto indebitamente percepito.

Tags

Articoli correlati