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“Remuntada” Juventus: il tris di CR7 elimina l’Atletico

TORINO. Tutti stavano aspettando da settimane la partita di ritorno tra Juventus e l’Atletico Madrid. L’incontro rappresenta la partita dell’anno per i bianconeri, mister Allegri due domeniche fa ricordava che dopo la sconfitta dell’andata i ragazzi erano stati svuotati sia fisicamente che psicologicamente, le cose non erano andate per il verso giusto ed ora toccava ritrovare giorno dopo giorno energie e stimoli per affrontare il match di ritorno nel migliore dei modi. Il livornese aveva usato la metafora della bottiglia, che rappresentava metaforicamente lo stato del gruppo: letteralmente “svuotato”. Il compito di i giocatori, staff, società e tifosi sarebbe stato quello di fare in modo che attraverso il lavoro e l’atteggiamento giusto ogni giorno si riuscisse a riempire poco alla volta quel vuoto che sembrava incolmabile.

Osservando lo sguardo dei giocatori giocatori poco prima del fischio d’inizio e l’entusiasmo dei tifosi, capace di riempire ogni singolo posto dello Juventus Stadium, si intuisce come non solo siano riusciti a colmare il vuoto, ma siano abbiano dovuto mettere un tappo alla bottiglia che è pronta per esplodere da un momento all’altro.

La Juventus sin dai primi minuti si pone a comando del gioco e non lascia in alcun modo che l’Atletico possa riuscire in alcun modo a costruire una trama di gioco degna di una squadra considerata tra le migliori d’Europa. I primi venti minuti sono un continuo forcing per i padroni di casa, che dopo pochi minuti riescono a trovare la via del gol, che però viene annullato dalla VAR che ritiene Ronaldo responsabile di una carica nei confronti del portiere Oblak sul tiro di Mandzukic. Poco dopo il 20′ quando la squadra di Allegri cerca di recuperare il fiato, Koke prova a sorprendere Szczęsny con un tiro da fuori area, ma il pallone si perde sul fondo. I bianconeri nella prima metà della prima frazione di gioco provano in tutti i modi a perforare difesa avversaria e al 26esimo finalmente ci riescono, Bernareschi dalla sinistra disegna una pennellata perfetta di sinistro a centro area dove CR7 svetta sopra tutti gli avversari e sigla la rete dell’1-0. Dopo il vantaggio la Juve acquisisce fiducia e gioca sempre meglio: Bernardeschi sfiora la rete prima su punizione al 31esimo e al 33esimo su cross di Cristiano Ronaldo prova a centro area la rovesciata, che lo consacrerebbe agli “Dei del calcio” e gli permetterebbe in un futuro non troppo prossimo di essere immortalato nei pacchetti delle figurine come il mitico Parola, ma tocca il pallone con l’esterno e non riesce a centrare la porta. Poco prima della fine del primo tempo sia Chiellini su un’azione da calcio d’angolo e poco dopo Morata da un cross sulla destra, sfiorano il gol di testa, ma le squadre rientrano nello spogliatoio sul parziale vantaggio di misura dei bianconeri.

Dalla prima frazione di gioco si evince come il tecnico Massimo Allegri abbia studiato delle mosse tattiche che stanno mettendo in seria difficolta la squadra del “Cholo” Simeone, Emre Can è posizionato davanti alla difesa, all’occorrenza si trasforma nel primo marcatore di Morata o Griezmann, non permettendo ai due attaccanti di prendere palla nello spazio davanti alla difesa e provare ad imbastire un’azione pericolosa per la retroguardia bianconera. In più quando i due esterni salgono, a volte contemporaneamente, si trasforma nel terzo difensore centrale. Spinazzola si dimostra un giocatore duttile, veloce e di qualità, completamente ristabilito dall’infortunio, è capace di creare grossi grattacapi a Saùl e Arias che stazionano sulla sua fascia. E poi Bernardeschi sembra il clone di CR7, porta palla, dribbla, detta i tempi di gioco, ha una tale facilità nel gesto tecnico tale da mandare mezza squadra avversaria che staziona nella sua zona di competenza.

Il secondo tempo comincia nel migliore dei modi: Cancelo sale sulla destra ed effettua un cross a centro area dove sono posizionati ben quattro giocatori juventini, ma Cristiano Ronaldo svetta nuovamente sopra la testa di tutti e sigla la doppietta personale. La sensazione è che l’extraterrestre dal famoso 3 aprile 2018, quando segno quel magnifico gol in rovesciata, proprio in questo stadio, elevandosi a 2 metri e 37 centimetri non sia mai sceso. Dopo il doppio vantaggio gli allenatori iniziano la girandola dei cambi, nei colchoneros al 56′ Lemar farà spazio e Correa, che cinque minuti dopo proverà la conclusione da fuori area senza creare alcun problema al portiere, al 66′ primo cambio in casa bianconera esce Spinazzola, tra gli applausi dei tifosi, per il numero 10 Paulo Dybala. Dopo il cambio i padroni di casa faticheranno qualche minuto a ritrovare la collocazione tattica giusta, fino a quando Cancelo capirà di spostarsi sulla fascia sinistra ed Emre Can arretrerà sulla fascia destra per coprire il nuovo ruolo, il nuovo entrato cercherà spazio tra la fascia destra e la trequarti. Al 76esimo Simeone prova a smuovere la partita inserendo Vitolo per Arias e Allegri risponderà sostituendo un’acciaccato Mandzukic per il giovane attaccante Moise Kean. Quest’ultimo sfiora il gol dopo una lunga cavalcata dalla destra, dopo essersi inserito nell’area avversaria, il tiro ad incrociare sul secondo palo non è preciso ed il pallone finisce a lato. E’ il preludio del gol, all’84esimo minuto Bernardeschi si invola sulla destra presidiata da Correa, lo supera con un acrobazia e con tutte le forze rimaste si invola nell’area avversaria. Il diretto avversario da dietro lo tocca sul piede destro atterrandolo. L’arbitro decreta il penalty. Ronaldo si incarica della battuta, di destro ad incrociare sul lato sinistro della porta spiazza Oblak. l’attaccante portoghese sigla la tripletta. Bernardeschi è l’autore morale della rete perché attraverso quella corsa nell’area avversaria rappresenta il cuore, la grinta, la caparbietà, la forza e la classe di una squadra che non ha mai mollato le speranze, nemmeno dopo la partita di Madrid. Il tris sancisce definitivamente la fine dell’incontro.

La Juventus si qualifica ai quarti di finale, nell’altra partita degli ottavi il Manchester City asfalta con un tennistico 7-0 lo Shalke 04.

Per chi si stesse domandando a cosa sia servito l’acquisto di Ronaldo a inizio stagione, questa partita è la risposta. Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Sarà banale dirlo ma le partite di questo tipo si giocano in 180 minuti, non bisogna mai smettere di crederci…fino alla fine!

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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