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Riapre la cripta di Mussolini, l’indignazione dell’Anpi

PRADAPPIO. Domani (domenica 28), vigilia dell’anniversario della nascita di Benito Mussolini, riapre nel cimitero di Predappio la cripta dove è sepolto il duce. Dal 2017, su decisione dei familiari, la cripta non è più aperta in modo permanente, ma solo per le ricorrenze. Per questo per domenica nel paese della collina forlivese, ci si attende un ennesimo raduno di nostalgici che, in ogni occasione, provoca polemiche.

“Un corteo – dice il vicepresidente nazionale dell’Anpi Emilio Ricci – che infangherà la memoria delle numerose vittime della criminalità fascista, delle sue leggi razziali, del suo collaborazionismo con i nazisti che portò al massacro di donne, uomini e bambini innocenti. L’Anpi ha già sporto denuncia contro il corteo del 28 ottobre scorso, sono ancora in corso le indagini, e vigilerà anche sul 28 luglio. Facciamo appello al questore, al prefetto, al sindaco affinché l’Italia intera non subisca l’oltraggio di nostalgici liberi di inneggiare al dittatore Benito Mussolini”.

Di tutt’altro avviso è il sindaco di Predappio Roberto Canali: “Auspico che l’apertura della cripta, in futuro, sia permanente in modo da incentivare il turismo. Ormai qui, a parte le ricorrenze, sono rimasti solo i predappiesi. La tomba di Mussolini rappresenta un fattore importante per il turismo. Quando era aperta in modo permanente c’era sempre un via e vai di persone che ora manca”. Il primo cittadino sottolinea però che il Comune non può stabilirlo autonomamente visto che è una decisione la possono prendere solo i parenti di Mussolini: “Come Comune diamo tutta la nostra disponibilità, per noi sarebbe auspicabile ma siamo solo spettatori di questa vicenda”.

Il sindaco spera che la manifestazione di domani sia “educata” con persone in borghese e senza camicie nere. “Sarebbe una forma di educazione venire qui in borghese. Non so se il mio invito verrà recepito, diamo tempo al tempo. La mia idea è questa, poi, si è liberi di fare quello che si vuole, ci mancherebbe, quello non dipende da me ma solo dalla coscienza di ognuno”.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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