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Sacra famiglia, esempio di amore reciproco

Cristo, come autore della Vita e dell’Amore, Maria come Sua prima discepola e Giuseppe come primo seguace di Maria. Tutti e tre costituiscono la Sacra Famiglia di Nazaret, il modello dell’amore reciproco in Dio. 

Oggi 30 dicembre si celebra la festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Nel secolo XVII questa festa veniva celebrata solo localmente, ma nel corso dei secoli sotto l’impulso dei papi Leone XIII, Benedetto XV e San Giovanni XXIII è diventata una festa obbligatoria per tutta la Chiesa.

Serve per dare l’esempio e l’impulso all’istituzione della famiglia, cardine del vivere sociale e cristiano, prendendo a riferimento Gesù, Giuseppe e Maria che la componevano, figure eccezionali sì ma con tutte le caratteristiche di ogni essere umano e con le problematiche di ogni famiglia. 
Maria la prescelta a diventare la madre del Salvatore dell’umanità. Effettuò il suo sposalizio con il giusto Giuseppe conservando la sua verginità; avvertì i segni della gravidanza con la Visitazione a Santa Elisabetta, fino a divenire con la maternità, la madre del Figlio di Dio e madre di tutti gli uomini. Ebbe il compito e la responsabilità di educare Gesù, con tutte le premure di una madre normale, ma consapevole della missione affidatale da Dio. San Giuseppe è l’altro componente della famiglia di Gesù, molto prezioso pur vivendo nell’ombra. I Vangeli raccontano dell’avviso dell’angelo circa la futura maternità di Maria, con la scelta difficile di non ripudiarla, il matrimonio con lei. Poi il lungo viaggio con Maria a Betlemme per il censimento, gli episodi connessi alla nascita di Gesù, in cui Giuseppe fu sempre presente. Fu sempre lui ad essere avvisato in sogno da un angelo, dopo l’adorazione dei Magi, di mettere in salvo il Bambino dalla persecuzione scatenata da Erode. Dopo la morte dello scellerato re, ritornò in Galilea stabilendosi a Nazareth. Per il Vangelo era un artigiano. Di lui non si sa molto, nemmeno della sua morte, avvenuta probabilmente prima della vita pubblica di Gesù. Nella pratica cristiana viene di solito invocato per avere una buona morte. Pio IX nel 1870 lo proclamò Patrono di tutta la Chiesa; nel 1955 Pio XII istituì al 1° maggio la festa di s. Giuseppe artigiano . Il nome Giuseppe è tra i più usati nella Cristianità.
La terza persona della famiglia è Gesù, che con la sua presenza diventa la Sacra Famiglia. Della sua infanzia non si sa praticamente niente; vive ubbidiente a sua madre ed a suo padre, collaborando da grandicello nella bottega di Giuseppe, meraviglioso esempio di umiltà. Sicuramente diede cure e assistenza al padre putativo nella sua vecchiaia e morte, come tutti i buoni figli fanno, ubbidientissimo alla madre, ormai vedova, fino ad operare per sua richiesta, il suo primo miracolo pubblico alle nozze di Cana. 
La Sacra Scrittura non ci lascia informazioni su quanti anni trascorsero con la Sacra Famiglia ridotta senza Giuseppe. 

Il tema iconografico ha largamente ispirato gli artisti del Rinascimento. È da ricordare in campo scultoreo e architettonico la famosa cattedrale “Sagrada Familia” di Antonio Gaudì a Barcellona. 

Nella dottrina cristiana cattolica la Sacra Famiglia è sempre stata un modello fondamentale della famiglia umana.

Don Alessio Yandusheff-Rumiantseff

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Alessio Yandushev Rumyantsev

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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