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Salvini ritira la mozione di sfiducia, ma Conte si dimette comunque e sale al Colle

ROMA. La Lega ha ritirato la mozione di sfiducia al Senato presentata a suo tempo nei confronti del governo Conte. La decisione è stata motivata per due ragioni: la prima è che non avrebbe senso dopo aver ascoltato il premier annunciare le dimissioni. La seconda, perché avendo aperto uno spiraglio a lavorare assieme per completare le riforme, sarebbe stato incoerente presentarla, prima di aspettare la replica del premier.

Ma la decisione presa da Salvini non ha convinto comunque il premier Giuseppe Conte che nella replica al Senato ha detto:  “Nessun problema, se ti (riferito a Salvini, ndr) manca il coraggio sul piano politico di assumersi la responsabilità della crisi non c’è problema, me l’assumo io. Questa è la conclusione, unica, obbligata, trasparente. Vi ringrazio tanto, io vado dal presidente della Repubblica”.

E, sempre, riferendosi sempre a proposito del ritiro della mozione di sfiducia da parte della Lega: “Non possiamo, se amiamo le istituzioni e i cittadini, affidarci a espedienti, tatticismi, giravolte verbali che faccio fatica a comprendere. Io apprezzo la coerenza logica e la linearità d’azione. Se c’è mancanza di coraggio, non vi preoccupate, me ne assumo io la responsabilità”.

Da stasera, dunque, è crisi di Governo. Da domani s’inizieranno le consultazioni da parte del presidente della Repubblica. Il primo ad essere ascoltato (anche se solo telefonicamente in quanto si trova fuori dalla capitale) sarà il presidente emerito Giorgio Napolitano. Nelle consultazioni Mattarella sarà impegnato sino a giovedì pomeriggio.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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