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Sciopero scuola, sciopero DAD: Casa NON è scuola, le interviste

Oggi in 60 città italiane si sono tenute manifestazioni contro la DAD, e per gridare a gran voce che la casa non è la scuola e dunque la necessità di poter tornare ad una scuola in presenza quanto prima. Come vi avevamo detto nell’articolo di ieri sia il premier Draghi quanto il neo ministro dell’Istruzione Bianchi, hanno manifestato, nelle ultime dichiarazioni pubbliche, che l’intenzione dell’esecutivo è quello di riaprire le scuole dopo Pasqua, anche in zona rossa, almeno per infanzia e primaria. Tra le varie città anche Torino è scesa in piazza, stamattina alle 10,30 in piazza Carignano genitori, insegnanti, studenti si sono riuniti per chiedere il ritorno in presenza per ogni ordine e grado. La scuola va riaperta in sicurezza, dicono all’unisono i presenti, ma deve tornare in presenza. I nostri giovani hanno bisogno non solo di contenuti, di nozioni, ma di poter socializzare, la scuola è crescere insieme non dietro ad un pc.

In piazza tra i tanti presenti abbiamo incontrato anche tanti ragazzi, abbiamo allora deciso di dare spazio nell’articolo non solo agli adulti, ma anche a chi sta vivendo in prima persona la Dad, e nello specifico abbiamo deciso di confrontarci con Sveva, 10 anni, che abita a Moncalieri, ma frequenta la Collodi/Rodari, sita in Torino. Abbiamo dato spazio a lei anche in virtù della sua giovane età, considerata meritevole di maggior tutela dal Governo. Quanto sta incidendo la Dad nel suo percorso scolastico, visto che il prossimo anno andrà alle medie e quanto a livello di crescita personale? E poi abbiamo dato spazio ad un adulto, Mauro, padre di 3 figli, per comprendere come la DAD venga vista a seconda delle varie età e dei vari ruoli, le interessanti interviste.

NO Dad: uniti per tutelare il diritto all’istruzione

Ciao Sveva, puoi dirmi dalla tua gli aspetti positivi e negativi della DAD?

Un Aspetto positivo potrebbe essere che riesci a parlare di più e ad interagire con i tuoi famigliari, perché ad esempio mio mamma lavora a casa quindi per me in questa situazione è più facile poter comunicare con lei, mentre prima, andando a scuola, la vedevo solo a fine giornata.  Altra cosa positiva quando seguo da sola in cameretta io percepisco meno ansia quando qualcuno mi chiede qualcosa o bisogna fare un compito, sono meno sotto pressione, questi credo siano i lati positivi della DAD almeno per me.

Per quanto riguarda i lati negativi invece non puoi interagire con i tuoi compagni, ad esempio la pausa di 20 minuti anziché farla con i tuoi amici chiacchierando e giocando, ti ritrovi solo, senza contatti. Aspetto negativo è quello di non poter socializzare. Ad esempio mi manca molto la mia migliore amica Chiara.

Come ti pare sia andata la Manifestazione oggi, sei contenta di essere qui?

Molto, mi é piaciuto molto vedere altri studenti di diversi ordini e gradi riunirsi insieme per uno scopo comune ossia contro la DAD e mi è piaciuta anche l’organizzazione, infatti erano affissi striscioni ovunque é stato anche divertente. Nonostante si sia andato negli orari di scuola, mi è piaciuto vedere che la manifestazione era sentita non come un modo per perdere tempo e tagliare la DAD, infatti alcune ragazze facevamo in contemporanea video lezione su una panchina e nel mentre partecipavano alla manifestazione.

Sei di Moncalieri, senti ancor più la distanza con i compagni?

Si mi sento lontana, con la zona rossa non posso nemmeno uscire dal comune e dunque mi pesa ancor più stare distante dai miei compagni, la scuola è un momento per stare insieme, riflettendoci mi manca solo un anno ormai da passare con loro e vorrei passare più tempo possibile in presenza.

Un cartellone che ti è rimasto particolarmente impresso oggi tra quelli visti?

Tanti, ma uno in particolare, un Disegno che rappresentava un ragazzo che dormiva sul banco che aveva una scritta: ‘Dopo l’appello dormo’ in DAD. Molti insegnanti magari riescono a coinvolgere meno attraverso un monitor e certamente molti alunni con la Dad, essendo meno stimolati, non stanno molto attenti alla lezione.

Ora abbiamo alcune domande a Mauro, papà di tre figli , di cui due in DAD, per comprendere come sia vivere tra smartworking e DAD e soprattutto il perché della sua presenza alla manifestazione.

Mauro aspetti positivi e negativi DAD?

In un momento come la pandemia, essendo un periodo lungo, la DAD non è fattibile, potrebbe esserlo solo in alcune circostanze, e potrebbe anche essere un bene, ad esempio realtà non urbana, ma montana, o anche in alcune situazioni forte nevicata in città uso la DAD momentaneamente, così ha un senso. Ma la DAD come sostituta della scuola, NO non é fattibile!

Aspetti Negativi? Tanti, i bambini, punto di vista mio di padre con 3 figli, 2 in DAD, loro si distraggono facilmente, non sono seguiti sufficientemente dall’insegnante, sono seguiti da me, ma io mi devo alternare un po’ con uno e un po’ con l’altro, sia perché la rete va e viene, minimo problema, ma poi non hanno comunicazioni con i compagni, se non parlare uno per volta, e poi la figura delle maestra in presenza ha un ruolo importante.

Difficile che un genitore, per quanto preparato sia, possa sostituire un insegnante, questo intende?

Certo, per quanto possiamo essere preparati, restiamo genitori che si devono dividere tra lavoro e didattica, impensabile questa situazione per un lungo periodo, direi che abbiamo già dato lo scorso anno e ci è bastato, la scuola deve essere in presenza.

Secondo lei la DAD protegge da eventuali contagi, è la scuola il luogo in cui ci si contagia di più?

Io parlo per quanto riguarda la realtà a Cairoli, noi siamo stati fortunati, rispetto ad altre scuole, pochissimi contagi, un’isola felice. A parer mio i bambini seguono di più le regole rispetto a noi adulti, con mascherina, lavaggio mani, il contagio è minimo rispetto a chi frequenta medie e superiori, perché loro si devono spostare con mezzi pubblici, e dunque interagiscono anche di più con gli adulti, rispetto ai più piccoli. Materna ed elementari siamo noi genitori ad accompagnarli, i protocolli nelle scuole sono rigidi, i ragazzi si sono adattati tranquillamente pur di poter andare in presenza. Non credo i contagi avvengano a scuola al più al parco, post scuola o ora in sostituzione della scuola, e sui mezzi pubblici, troppo poco potenziati.

Mi sono scordata di chiederle, che Età anno i suoi bambini?

La bimba ha tre anni, non segue la DAD, se non qualche video sporadico che viene mandato su whatapp dalle maestre, per i piccoli il danno è ancora maggiore non si vedono nemmeno più, Zenia ha 6 anni, prima elementare, le lascio immaginare, mondo nuovo, tutto nuovo e ora siamo in DAD, Il più grande, fa la quarta, ma anche per lui non è semplicissimo.

Crede che queste manifestazioni possano servire per sensibilizzare, quale cartellone l’ha colpita di più?

Tanti cartelloni, pensi ne ho fatto uno anch’io per la scorsa manifestazione a Torino di 2 settimane fa era un gioco di parole che ben mi rappresentava: “DAD PRESENTE….per dire NO alla DAD”

Comunque anche oggi vi erano molti cartelloni ironici, se vuole le giro le foto, tante persone, purtroppo una piazza piccola, numerosi, non si riusciva a sentire bene i responsabili, invece due domeniche fa si sentiva meglio in piazza castello. Credo che manifestare sia importante sempre, è l’unico modo per farci sentire e per ribadire con forza: che la DAD non può essere una soluzione a lungo termine, e che CASA non è SCUOLA, la scuola è in presenza con insegnanti e compagni.

Grazie Mauro e grazie Sveva.

Grazie a te Erica ed a voi de ‘Il Valore Italiano ‘per averci dato spazio

Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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