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Scossa di magnitudo 3.6 registrata a tre chilometri da Roma

ROMA. L’epicentro della scossa di terremoto di magnitudo 3.7 che si è sentita a Roma alle 22.43 è stato individuato a 3 km a nord-est di Colonna, cittadina dei Castelli romani. E’ avvenuta a una profondità di 9 Km, a circa 18 km dalla Capitale, ed è durata una quarantina di secondi. Il sisma è stato avvertito in tutta la città, soprattutto nei quadranti Est e Sud. La circolazione della metro C è stata temporaneamente interrotta per verifiche e poi riaperta. Tanta paura anche a Roma e gente in strada per la scossa di terremoto di magnitudo 3.6 registrata a tre chilometri dal comune di Colonna, comune di 4 mila abitanti, nei Castelli Romani, ad una ventina di chilometri dalla capitale. Il terremoto è stato registrato dall’Ingv a 9 chilometri di profondità. San Cesareo, Gallicano nel Lazio, Zagarolo e Monte Compatri gli altri Comuni vicini.

Il ministero per i Beni Culturali ha attivato l’unità di crisi per verificare eventuali danni al patrimonio culturale. Controlli e verifiche strutturali dei vigili del fuoco, a scopo precauzionale, nei comuni di Colonna, Monteporzio e Montecompatri. Sono circa una trentina gli interventi di verifica, su richiesta, effettuati nella notte dai pompieri. Al momento non risultano danni. “Stiamo facendo delle verifiche – ha detto il sindaco di Colonna Fausto Giuliani – perché qualche edificio in centro risulta lesionato. Per ora non abbiamo segnalazioni di feriti. C’è stata tanta paura in paese, stanno tutti in strada”. Gente in strada e chiamate al 112 anche a Roma, dove la scossa è stata avvertita in maniera netta nella zona est della Capitale. Principalmente si è trattato di richieste di informazioni. L’Atac ha sospeso per un breve periodo la circolazione della Metro C per svolgere delle verifiche. Squadre della Protezione civile regionale del Lazio e dei Comuni, in collegamento con la sala operativa regionale, stanno già effettuando dei monitoraggi nei centri storici delle città dei Castelli romani. “Un parametro importante – ha detto il sismologo Meletti – è la profondità, pari a 9 chilometri: se il terremoto fosse stato ancora più superficiale avrebbero potuto verificarsi danni, per quanto lievi”. Il fatto che sia stato un terremoto abbastanza superficiale, inoltre, “giustifica il fatto che sia stato avvertito molto forte a Roma. La città – ha spiegato Meletti – ha una sua risposta sismica locale dovuta alla conformazione del sottosuolo, con vuoti e rocce sedimentarie, ossia non consolidate, che possono dare un effetto di amplificazione, esaltando l’onda sismica”. Nella sala sismica dell’Ingv si sta ancora lavorando per raccogliere e analizzare i dati. Non è stato facile, infatti, localizzare inizialmente questo terremoto: “molti segnali erano discordanti – ha spiegato Meletti – perché il sistema automatico non aveva interpretato le tracce come appartenenti a due terremoti distinti”. Di qui la localizzazione iniziale nellazona della Marsica. Al momento non si sono registrate repliche e si sta lavorando inoltre per comprendere la direzione in cui è avvenuta la rottura della faglia. Sicuramente al momento è chiaro che si è trattato di un terremoto di tipo tettonico, ossia non legato all’attività vulcanica, ma al movimento distensivo tipico dei terremoti nell’Italia centrale. Già nei giorni scorsi nella zona dei Castelli romani era stata registrata attività sismica di un certo rilievo ma sempre comunque con livelli di magnitudo non ritenuti preoccupanti.

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