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Scuola, educazione ambientale: spunti per una riflessione approfondita

La scuola, non solo nell’ultimo anno caratterizzato dall’arrivo di una disastrosa epidemia che ha sconvolto l’Italia e il mondo intero sia da un punto di vista sanitario che economico, rappresenta da sempre uno dei temi cardine al centro del dibattito pubblico. In quest’ultimo articolo ciò che mi propongo di affrontare non è il tema per eccellenza del momento, affrontato da quasi tutte le principali testate giornalistiche, ovvero la riapertura delle scuole, bensì di un argomento che fatica a trovare spazio nei programmi scolastici attuali: si tratta dell’educazione ambientale.

Con la sua puntuale lettera, Giada, una preparata docente di lettere – che avverte l’esigenza di contribuire all’educazione degli allievi, affrontando anche tematiche ambientali – mi invita a riflettere proprio su questi argomenti, perché è convinta che di questi temi si parli troppo poco. L’argomento, molto stimolante per me, è molto vasto e mi permette di fare una serie di considerazione partendo da una premessa: la necessità di essere molto concreti perché gli aspetti da trattare non devono essere considerati e spiegati in termini astratti, quindi lontani dalla vita quotidiana di ogni persona, ma ognuno dovrebbe sentirsi coinvolto direttamente nelle azioni comportamentali di tutti i giorni.

Spesso, quando si tratta di ambiente, si fa riferimento alla responsabilità degli organismi internazionali, agli oneri dei governi e degli enti pubblici, dimenticando che, accanto a quelle responsabilità di carattere generale, esistono responsabilità dei singoli e, quindi, anche la nostra come cittadini di un mondo che deve affrontare, a tutti i livelli, problematiche legate alla “casa comune”. La difesa dell’ambiente non è un tema riservato ai governanti solamente, ma è un argomento che tocca tutti. Di conseguenza vi è la necessità di un’educazione e di una cultura ambientale.

Mi sembra meritevole di attenzione, soprattutto in un ambiente come la scuola, proprio perché è un atteggiamento volto a superare, in quanto negativo, il comportamento di chi va in piazza a protestare contro l’inquinamento e poi, nella sua abitazione, ad esempio, non provvede ad impostare in termini corretti la raccolta differenziata. Questo banale richiamo ci permette di incominciare ad affrontare quest’argomento.

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Educazione ambientale del cittadino a scuola

Educazione

Sono tre le parole che meritano di essere subito commentate, con qualche sottolineatura. Innanzitutto la parola “educazione”. Ho, per precisa scelta, usato questo termine perché “educazione” sta ad indicare un’attività complessa, che richiede competenze diverse ed articolate. In altre parole, richiede una serie di sensibilità da collegare a precise competenze.

All’educazione concorrono soggetti diversi che vanno dalla famiglia alla scuola, dagli organismi sociali o religiosi alle associazioni sportive.

Non a caso qualche autorità, nello specifico e recentemente papa Francesco, ha ribadito la necessità ed opportunità di un patto educativo, vale a dire di un accordo tra soggetti con competenze diverse per collaborare al processo educativo, espressione questa che deriva dal verbo latino educere, che vuol dire “tirare fuori” e, in senso lato, “far crescere”. Del resto, l’educazione deve servire a sviluppare la personalità dell’individuo, indirizzandola verso una crescita armonica nel rispetto delle sue inclinazioni naturali.

Da quanto si è appena affermato appare chiaro che, all’interno del processo educativo, ben si colloca il ruolo dell’istituzione scolastica. Alla scuola compete quindi un duplice compito. Il primo è quello di fornire un metodo, un modo cioè per apprendere, metodo che evidentemente cambia in base all’età. Diverso, infatti, è il metodo di apprendimento nella scuola primaria rispetto a quello della scuola secondaria superiore. Ad ogni età deve essere riservata una specifica procedura di apprendimento. Molto più legato alla realtà concreta nella prima, molto più astratto e generale quello da usare in una scuola secondaria superiore. L’altro compito della scuola è quello di fornire una serie di conoscenze, anche nozionistiche, al fine di rendere solida l’educazione.

Ambiente e scuola

Il secondo termine che merita di essere preso in considerazione nella espressione usata è “ambiente”. Si tratta, nella sostanza, di tutto ciò che circonda l’uomo. I filosofi parlano a volte di natura per fare riferimento all’ambiente. Le recenti vicende collegate al coronavirus hanno ribadito che la natura, vale a dire l’ambiente, quando non è rispettata, si ribella e provoca conseguenze negative sull’uomo.

Per la verità non era necessaria la pandemia per comprendere che la natura prima o poi avrebbe potuto reagire di fronte ai continui e ripetuti eccessi dell’umanità. Le cronache degli ultimi decenni sono ricche di episodi che dimostrano sia gli abusi dell’uomo, sia la reazione dell’ambiente seviziato. Per inciso, ma l’inciso è molto importante da un punto di vista sociologico, va anche detto che queste situazioni di abuso nei confronti della natura – e quindi nei confronti dell’ambiente – causano non solo la morte di molte persone, ma anche disagio e povertà.

Basta un solo esempio, efficace da un punto di vista didattico: si pensi a tutte le popolazioni dell’Amazzonia, che hanno dovuto, dopo aver visto l’abbattimento di intere foreste, lasciare le loro terre e rifugiarsi ai margini delle grandi città, diventando non tanto degli emarginati quanto degli esclusi.

Questo è dunque un contesto che deve essere conosciuto in modo puntuale da tutti gli uomini, perché questo tipo di conoscenza educa. Un’ulteriore riflessione: oggi è indispensabile capire e far capire che l’uomo non è il dominus della terra, titolare del diritto di usare tutto ciò che di materiale lo circonda, arrivando anche ad arrogarsi il potere di abusare di ogni cosa, distruzione immotivata compresa.

L’ambiente, vale a dire i beni, che stanno interno all’uomo, sono da considerare “fratelli, per usare una definizione rivoluzionaria, ma quanto mai efficace, di Francesco d’Assisi. Con una precisazione non marginale né secondaria, che può essere didatticamente utile: lo studio dell’ambiente e le esercitazioni per attuare una vera cultura ambientale si occupano di problematiche, che possono essere facilmente condivisibili da tutti coloro che sono coinvolti, in quanto riguardano quella che è “la casa comune”.

Cittadino

La terza parola è cittadino. Vi è uno stretto rapporto tra educazione ambientale e cittadinanza. Una avvertenza però va posta: questo ultimo termine deve essere inteso non nel contenuto più ridotto – quello giuridico cioè con il quale si indica il legame di una persona con un determinato stato – ma nel contenuto più ampio, contenuto che permette di riconoscere ad ogni persona di essere titolare di diritti e doveri, prescindendo dalla sua razza, dalla sua lingua, dalla sua religione.

In parole semplici pertanto il termine cittadino è formalmente e sostanzialmente sinonimo di uomo e di conseguenze la considerazioni che si stanno facendo valgono per tutte le persone.

Prime linee operative

I concetti appena richiamati, sia pure in modo schematico ci permettono di porre alcune linee operative, Poiché, come si è appena visto, l’educazione ambientale nella scuola richiede il coinvolgimento operativo di più soggetti, deve essere costruito un progetto, che tenga conto delle loro competenze specifiche.

La proposta progettuale può anche venire da un’associazione culturale che si occupa di ambiente. In un altro momento sarà passato in rassegna qualche progetto. Vale la pena a questo proposito ribadire e richiamare quando già detto: la tutela dell’ambiente è un compito che tocca a tutti, quindi il progetto per essere veramente efficace deve contenere azioni idonee a coinvolgere l’allievo, il suo ambito familiare, la struttura scolastica dove studia, il mondo associativo che frequenta.

È interessante pensare ad un’ ipotesi di lavoro che coinvolga le scuole di ogni ordine e grado a cominciare dagli asili nido per arrivare agli istituti superiori, con opportuni e graduali interventi in base ovviamente all’età. In secondo luogo nel piano operativo devono essere indicate attività concrete di ricerca ed interventi degli allievi, che devono sentirsi protagonisti nell’acquisizione di conoscenze scientifiche– e in questo campo il ruolo della scuola è fondamentale – e nell’apprendimento di comportamenti corretti nell’ambito della tutela dell’ambiente.

Da queste linee potrà nascere una serie di approfondimenti su temi, di cui Giada parla nella sua lettera, che sono sicuramente poco conosciuti. In prossimi articoli verranno ripresi questi argomenti dopo aver fatto qualche ulteriore richiamo su proposte di percorsi ambientali.

Prof. Franco Peretti
Esperto di metodologie formative

Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

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