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Scuola, esami di maturità 2021: una riflessione

Se questo fosse un anno scolastico normale, questi sarebbero i giorni impegnati a livello ministeriale per organizzare gli esami di maturità da realizzare nel mese di giugno, esami che riguardano gli studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria superiore.

Da sempre, per usare un eufemismo, gli uffici centrali dell’istruzione, quelli cioè romani, proprio nel mese di gennaio, ultimavano la preparazione dei testi delle prove scritte o pratiche e nello stesso tempo individuavano le materie che il ministro pro tempore, con proprio decreto sanciva come oggetto della cosiddetta seconda prova scritta.

Già l’anno scorso però, complice il coronavirus, l’impostazione è stata, sia pur provvisoriamente, cambiata e, soppresse le prove scritte, tutto si è risolto con un colloquio del candidato davanti ad una commissione formata non più da docenti esterni, ma dagli insegnanti di classe del candidato. Solo il presidente veniva dall’esterno dell’istituto.

Dalle notizie, che si hanno – e le fonti sembrano essere autorevoli – anche quest’anno sarà attuata la stessa procedura. Del resto, secondo una consolidata tradizione, in Italia tutto ciò che è provvisorio corre il rischio di diventare consolidato proprio nella provvisorietà. Un esempio: nel 1968 venne introdotta dall’allora ministro Fiorentino Sullo la riforma dell’esame di maturità. L’aggettivo che qualificò quelle norme procedurali fu “sperimentali” e la sperimentazione durò diversi decenni. Quindi nel mese di giugno dovrebbero esserci, seguendo il copione dell’anno passato, le prove di maturità. Ma tutto questa volta non è così scontato.

maturità

Maturità 2021: la petizione degli studenti

Di fronte a questa eventualità si assiste ad un fatto non marginale e sostanzialmente significativo: gli studenti interessati all’esame di maturità stanno sottoscrivendo una petizione per chiedere al ministro dell’istruzione la soppressione di questa classica prova finale.

Dico subito che il testo dell’istanza è da condividere per tre punti fondamentali in esso contenuti . Ecco i punti:

Innanzi tutto i firmatari ritengono inutile e non significativa la valutazione conseguente ad un esame così impostato, perché “un giudizio negativo agli esami, determinato da un’ora di colloquio – seguendo le indicazioni sperimentate nell’anno scolastico passato -, rischierebbe di rovinare un percorso di cinque anni frutto di risultati attesi e positivi. Gli studenti, che si diplomeranno quest’anno sono gli stessi che hanno fatto non solo uno, ma quasi due anni di didattica a distanza. Ci sono scuole che l’anno scorso riuscivano ad offrire solo due ore di lezione in d.a.d.”.

In secondo luogo dai giovani viene una considerazione molto importante da un punto di vista metodologico per quanto riguarda i contenuti dell’insegnamento: “molti professori, proprio in vista degli esami di stato hanno tralasciato parte del programma del quarto anno, rinunciando ad approfondire quei nodi concettuali che ci hanno comunque permesso di proseguire i nostri studi.”

Queste due valutazioni molto serie portano gli studenti – ed è questa la terza sottolineatura – ad affermare che è molto più serio evitare “corse inutili” e sopprimere le prove, perché questa soppressione “consentirebbe a tutti di svolgere l’ultimo anno in piena tranquillità dedicandosi ad uno studio più fattivo e culturalmente valido e non unicamente finalizzato a superare gli esami-farsa”.

Pure valida e fondata sul buon senso la considerazione conclusiva: “annullare gli esami farebbe risparmiare i soldi per ricompensare i presidenti ed eventualmente i commissari esterni, denaro pubblico, che in questi momenti andrebbe riconvertito nella sanità.” È quasi superfluo dire che il documento degli studenti contiene ragionamenti che devono far meditare.

Una proposta non alternativa ma complementare

Sulla base dell’istanza degli studenti, e partendo da questa, mi sembra si possa ipotizzare un percorso, non alternativo, ma per certi aspetti complementare, al fine di superare le difficoltà odierne, difficoltà che sono oggettive, perché causate non dalla volontà umana ma da problematiche sanitarie.

Quest’anno potrebbero essere accantonati gli esami di maturità e sostituiti da un colloquio finale davanti al collegio docente di classe, durante il quale all’allievo sarà chiesto di illustrare un argomento, che l’allievo stesso avrà in questi mesi che precedono la fino del corso avrà approfondito al fine di dimostrare le competenze acquisite sia da un punto di vista contenutistico sia da un punto di vista metodologico.

Tutto questo comporta per l’esaminando minori problematiche psicologiche e garantisce una impostazione del lavoro didattico più efficace, che ben si collega alla ristrettezza del tempo a disposizione. Qualcuno dei saggi potrebbe obiettare che questa impostazione fa venir meno l’unicità della prova a livello nazionale, perché si sostiene che gli esami di maturità devono avere un contenuto unico su tutto il territorio nazionale.

È tutto questo vero, ma solo formalmente, in quanto la pandemia potrebbe portare la scuola a sperimentare impostazioni nuove, esami di stato compresi.

Prof. Franco Peretti
Esperto di metodologie formative

Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

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