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Scuola, iniziative ministeriali per potenziare l’apprendimento

Poiché in diverse circostanze il ministro Patrizio Bianchi ha fatto esplicite dichiarazioni per ribadire la necessità di impegnare i singoli istituti scolastici in un radicale processo di rinnovamento dell’attività scolastica, al fine di renderla più efficace nei percorsi educativi, proprio in questi giorni sono stati pubblicati da parte del Ministero dell’Istruzione 12 bandi per finanziare le scuole intenzionate ad operare per attuare le linee programmatiche annunciate dal titolare del MIUR.

Caratteristiche generali dei bandi

Gli avvisi approvati e pubblicati e prevedono il finanziamento di attività per 12 milioni di euro, hanno almeno tre caratteristiche che sono comuni.

La prima: le scuole sono chiamate a proporre progetti che possano generare un ulteriore sostanziale potenziamento istruttivo, con particolare riferimento, oltre ad altre ipotesi di lavoro, alla cultura dell’apprendimento e alle tecniche dell’orientamento. Ho citato queste due in termini puntuali perché lo stesso ministro le ha indicate come azioni culturali idonee a ridurre il fenomeno della dispersione scolastica.

In secondo luogo i progetti che verranno proposti devono essere innovativi. Anche questo elemento va considerato con molta attenzione. Oggi la scuola non ha più bisogno solo di attività consolidate, ma tradizionali e spesso proposte dall’alto, perché i tempi sono cambiati.

Un dato molto importante non va infatti trascurato. Nel passato la visione “ministeriale” prevedeva una struttura al centro, in grado di pensare per l’organizzazione della scuola dal Piemonte alla Sicilia e, quindi, in grado di emanare direttive applicabili ovunque. Attualmente quest’impostazione è superata perché ai singoli istituti è riconosciuta totale autonomia, anche se ovviamente nel rispetto di norme quadro che non possono essere disattese.

Nelle scuole, allora, sono da progettare e quindi da sperimentare tutte quelle innovazioni che possono essere ritenute opportune per rendere più efficace l’attività didattica. È appena il caso di ribadire in questa sede che le innovazioni possono essere, da un punto di vista progettuale, sia di contenuto sia di metodo.

In terzo luogo i bandi di queste settimane sono nella sostanza legati alle attività introdotte dal ministro nel mese di agosto. In quella circostanza Bianchi aveva stabilito una serie di iniziative per contribuire al recupero del tempo perso durante la pandemia. E proprio in quei giorni aveva detto che il piano estivo voleva essere una premessa al lavoro che sarebbe stato richiesto con il nuovo anno scolastico.

Di conseguenza il lavoro progettuale da predisporre in base ai 12 provvedimenti direttoriali, va nella direzione anticipata. Non solo. Mi sembra importante sottolineare un punto che si collega in odo assai significativo ai bandi estivi e alle dichiarazioni fatte dal ministro.

Dall’esame dei documenti predisposti dal ministero per la presentazione dei progetti si ricava un requisito da non sottovalutare: è possibile impostare da parte delle scuole il lavoro in modo che il progetto abbia come protagonista, accanto all’istituto scolastico – che in ogni caso è sempre l’unico titolato per l’invio al ministero dell’istanza per ottenere il finanziamento – uno o più partner in grado di garantire, con specifiche esperienze, un risultato più efficace al progetto stesso.

Credo, anzi sono convinto, che questo modo di procedere rappresenti un esempio concreto di patto educativo perché coinvolge nell’attività didattica anche soggetti estranei al ristretto ambito scolastico.

Qualche cenno sugli aspetti economici dei bandi

I dodici bandi non hanno tutti lo stesso peso non solo da un punto di vista contenutistico, ma anche da un punto di vista economico. Ritengo, e non ci vuole la sfera di cristallo per indovinare, che i bandi maggiormente dotati di risorse finanziarie siano quelli finalizzati a proporre interventi significativi da un punto di vista della politica educativa. In base a questa lapalissiana considerazione, il ministero individua come prioritari tre settori:

  1. Ampliamento dell’offerta formativa su alcune tematiche quali la dispersione scolastica, l’orientamento, il contrasto del bullismo, le riconoscenze di carattere nazionale e internazionale, l’educazione alla salute e stradale (2,7 milioni di euro);
  2. Sostenibilità e transizione ecologica (2 milioni di euro);
  3. Promozione di attività motoria e sportiva (1,5 milioni di euro).

Per completezza di informazione non sono da escludere altri settori, come il potenziamento delle attività linguistiche, l’orientamento e la motivazione scolastica, il potenziamento delle competenze logico-matematiche e la promozione dell’innovazione tecnologica plurilingue.

Anche l’educazione degli adulti ha comunque trovato un suo spazio perché 850 mila euro sono destinati a progetti per “la garanzia delle competenze della popolazione adulta”.

Il ministro Patrizio Bianchi in visita ad una scuola
Il ministro Patrizio Bianchi in visita ad una scuola

Sottolineature sui criteri di valutazione dei progetti

Mi sembra importante fare qualche considerazione sulle procedure di assegnazione di fondi. Potrebbe sembrare difficile affrontare questo tema. Credo invece che sia possibile affrontare anche quest’argomento perché le normative sulla trasparenza ci permettono di evidenziare gli aspetti più importanti legati al processo di valutazione. Nel bando infatti – del resto anche sentenze in materia hanno sancito il principio che sto per richiamare – vi è una tabella che individua la ripartizione del punteggio globale e quindi è di aiuto nel ragionamento.

Innanzitutto appare in tutta evidenza la volontà del ministero di assegnare fondi a quelle scuole che non hanno avuto nulla in passato. Sono infatti destinati 10 punti alle istituzioni che non hanno avuto finanziamenti in precedenza. Di conseguenza queste scuole sono avvantaggiate di dieci lunghezze rispetto a quelle, che già hanno avuto risorse dal ministero.

Un secondo elemento che viene messo in evidenza è la corrispondenza o – come dice il bando – l’aderenza del progetto ai temi dell’avviso, in rapporto della raggiungibilità teorica degli obiettivi. In altre parole, si punta alla coerenza tra situazioni teoriche, previste come fattibili nell’ipotesi progettuale e risultati concreti (in questa gara a questa voce sono assegnati ben 25 punti e questo sta ad indicare l’importanza che il ministero dà a questa parte del progetto).


Un terzo elemento importante è il numero degli alunni che sono coinvolti nell’ipotesi progettuale. Un quarto ed ulteriore elemento che permette il riconoscimento di altri 20 punti è l’accordo di partenariato, anche perché questo accordo rappresenta uno specifico patto educativo, patto educativo che è elemento strategico della politica di questo ministro.

Considerazione finale

Ho voluto fare queste considerazioni per permettere, anche a chi è fuori dall’ambiente scolastico, e quindi non è un addetto ai lavori, di conoscere quanto si sta sviluppandola scuola. E se poi capitasse il tutto sotto gli occhi di qualche genitore, mi auguro che egli possa trovare gli opportuni stimoli per portare un suo contributo nella scuola frequentata dai suoi figli.

Prof. Franco Peretti
Esperto di metodologie formative

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Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

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