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Scuola, parte finalmente l’attività ministeriale!

Le circostanze per scrivere questa riflessione mi sono state offerte dalle affermazioni fatte dal ministro Bianchi in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi lo scorso 7 ottobre, con l’autorevole presenza del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e con la partecipazione della consenziente ministra Maria Cristina Messa, titolare del dicastero dell’Università e Ricerca.

Durante questo incontro, il ministro Patrizio Bianchi ha ripreso alcuni aspetti del suo provvedimento – quello del 15 settembre per intenderci – ed è passato dalle enunciazioni per titoli ai progetti in cantiere, riconfermando con questo suo intervento che la scuola è da considerare la pietra angolare della ripartenza italiana dopo la pandemia.

Del resto, anche la sede fisica dove si è tenuto quest’incontro – Palazzo Chigi, sede del governo – dimostra l’importanza dell’evento. Dall’intervento del ministro si possono ricavare importanti decisioni operative che comunque non rappresentano delle novità per gli addetti ai lavori perché sono contenuti e indicati come urgenti nell’atto di indirizzo sopra citato.

La riforma degli istituti tecnici e professionali

Il primo punto dell’intervento di Bianchi è quello che prevede la riforma degli istituti tecnici e professionali. Si tratta di un lavoro molto importante perché ha un obiettivo da considerare fondamentale in questi anni: garantire un puntuale collegamento tra scuola e mondo del lavoro.

Purtroppo, nonostante la buona volontà dell’istituzione scolastica nel suo complesso, tra scuole tecniche e professionali e mondo delle imprese, e quindi mondo del lavoro, non si sono trovati i giusti collegamenti. Sia chiaro, non si deve fare di tutta l’erba un fascio. Esistono centri di eccellenza che, utilizzando l’autonomia di cui gli istituti sono titolari, hanno dimostrato e dimostrano di saper competere, per quanto riguarda il collegamento scuola-mondo delle imprese, con progetti validi ed efficaci, ottenendo riscontri a livello europeo ed internazionale.

Penso ad esempio, per fare una citazione significativa, all’istituto tecnico industriale Omar di Novara o ad altri istituti che si stanno impegnando molto per l’innovazione. Si tratta però di significative eccezioni che non sono certamente sufficienti a spegnere le lamentele degli imprenditori, che assai di sovente sottolineano l’impreparazione professionale dei diplomati, che escono da questi istituti.

Tra l’altro, anche qualche iniziativa per ridurre le distanze tra scuola ed impresa, penso in questo caso in modo particolare al modulo di alternanza scuola-lavoro, che doveva servire a rafforzare la preparazione tecnica degli studenti, in molti casi anche per la mancanza di preparazione dei soggetti interessati, non ha dato i risultati attesi dal legislatore. Tutti questi elementi di criticità, a maggior ragione oggi in fase di uscita dalla pandemia, devono essere superati, quindi è indispensabile riformare gli istituti tecnici e professionali, affrontando anche il problema della distinzione tra corsi professionali dello stato e corsi professionali a titolarità regionale.

Il problema è vero, oltre ad essere un problema antico, che trova infatti le sue origini nel dibattito dei padri costituenti e la conseguente mediazione uscita con il testo approvato dall’Assemblea costituente. Oggi però, partendo dal dettato costituzionale, è necessario individuare una soluzione che risponda in modo soddisfacente alle esigenze del mondo delle imprese e del lavoro.

scuola - Patrizio Bianchi
Dal Palco di MFR2021 il saluto del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi (Twitter)

Orientamento

Il secondo tema, richiamato nella conferenza stampa di Bianchi, è quello dell’orientamento. Molte volte il fenomeno dell’abbandono scolastico è da collegarsi alla scarsa conoscenza dei percorsi formativi da parte dei giovani che devono fare la scelta della scuola da frequentare. Ai nostri giorni il sistema di gestione dell’orientamento scolastico si risolve in una insufficiente formalità.

Spesso e volentieri consiste in una rapida presentazione dell’offerta formativa con interventi che, nella migliore delle ipotesi, sono occasione per stimolare la curiosità degli aspiranti allievi senza fare nessun riferimento né alle loro tendenze personali né agli sbocchi professionali.

Molte volte una scelta per la vita lavorativa si riduce ad una rapida, e di conseguenza non chiara e poco esaustiva, illustrazione di un percorso scolastico. Mi auguro che l’auspicata riforma dell’orientamento tenga conto dell’importanza di questo segmento educativo e, di conseguenza, si proceda ad una radicale riforma. L’attività di orientamento deve coinvolgere gli allievo, partendo dalla scuola primaria. Con questa impostazione è garantito tutto il tempo necessario per far emergere inclinazioni, tendenze, capacità e, con assoluta certezza.

Questo lavoro, articolato in un lasso tempo molto ampio contribuirà a ridurre in modo consistente la percentuale della dispersione scolastica, perché la dispersione scolastica trova una forte radice proprio in un lavoro di orientamento scolastico sbagliato o insufficiente.

Al centro dell’immagina il ministro Patrizio Bianchi

Formazione dei docenti

Vi è anche un terzo tema, toccato dal ministro, quello della formazione dei docenti, con particolare attenzione a quella iniziale. Direi, sotto un certo punto di vista, che non poteva mancare quest’argomento nell’intervento di Bianchi.

In molte circostanze, ancora prima di essere nominato nella compagine del governo Draghi, era intervenuto per sottolineare l’importanza, ma soprattutto, l’urgenza della formazione iniziale dei docenti. Il ministro infatti, da uomo che ha avuto molteplici esperienze nell’ambito delle istituzioni scolastiche, sa molto bene quale sia l’importanza di avere insegnanti preparati non solo nelle singole discipline di cui sono titolari di cattedra, ma anche esperti di azioni pedagogiche.

Purtroppo non esistono corsi di specializzazione in questo settore per chi deve intraprendere l’attività di docente, esistono solo corsi universitari di pedagogia, ma sono un’ altra cosa, come del resto ben si sa. Data questa situazione, il ministero ha scelto di intervenire offrendo le dovute opportunità per i docenti. Saranno pertanto, già dal prossimo anno solare, istituiti corsi idonei ad offrire quelle competenze che stanno alla base di un efficace insegnamento.

Risorse a disposizione

Vale la pena sottolineare un fatto che certamente fa onore al ministro Bianchi. Il titolare del dicastero dell’istruzione non solo ha enunciato una serie di interventi ormai in fase di attuazione. Ha anche individuato risorse – sono 5 miliardi – per far decollare i progetti. Tali somme si ricavano sostanzialmente dal PNRR (Piano Nazionale Risorse e Resilienza) messe a disposizione del Governo italiano da parte della Commissione Europea.

Prof. Franco Peretti
Esperto di metodologie formative

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Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

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