La giovane cooperante milanese prosegue ringraziando coloro i quali hanno supportato la sua famiglia e hanno alimentato il fuoco della speranza, quella che Silvia potesse tornare presto a casa sana e salva: “A tutti coloro che hanno supportato i miei genitori e mia sorella in modo così speciale e inaspettato: scoprire quanto affetto gli avete dimostrato per me è stato ed è solo motivo di gioia, sono stati forti anche grazie a voi e io sono immensamente grata per questo.“
Nel post Silvia torna a rivivere gli attimi precedenti al rientro in patria e , oltre al riferimento al vestito tradizionale somalo, emerge l’immenso amore nei confronti dei propri cari: “Non vedevo l’ora di scendere da quell’aereo perché per me contava solo riabbracciare le persone più importanti della mia vita, sentire ancora il loro calore e e dirgli quanto le amassi nonostante il mio vestito“.
E ancora: “Sentivo che loro e voi avreste guardato il mio sorriso e avreste gioito insieme a me perché alla fine io sono viva e sono qui. Sono felice perché ho ritrovato i miei cari ancora in piedi, grazie a Dio, nonostante il loro grande dolore. Perché ho ritrovato voi tutti pronti ad abbracciarmi.”
L’appello finale è quello più spassionato, quello che proviene dal profondo del cuore: la 24enne non è indignata, a differenza di molti italiani, per i numerosi insulti e minacce ricevuti sopratutto via web. Afferma che non vale la pena di adirarsi cercando di difenderla, mentre è meglio godersi questo momento speciale perché il peggio è ormai alle spalle: “Io ho sempre seguito il cuore e quello non tradirà mai. Vi chiedo di non arrabbiarvi per difendermi il peggio per me è passato. Godiamoci questo momento insieme. Vi abbraccio tutti virtualmente forte e spero di farlo presto anche dal vivo. Vi voglio bene“.
Carlo Saccomando