• DAL MONDO

Sudan, sospesi i colloqui con il Consiglio dei militari

KHARTOUM. Gli organizzatori delle proteste in Sudan, che hanno portato alla destituzione del presidente Omar al Bashir, hanno sospeso i colloqui con il Consiglio militare che ha preso la guida del Paese in quanto non ha risposto alle richieste di immediato trasferimento dei poteri a un governo civile.

Secondo Mohammed al-Amin Abdel Aziz, portavoce dell’Associazione dei professionisti sudanesi (Spa) che ha avuto un ruolo chiave nelle manifestazioni, il comitato politico del Consiglio militare è troppo vicino ad al Bashir, che ora si trova in carcere a Khartoum. L’Associazione ha lanciato un appello per nuove proteste.

Nei 30 anni della dittatura di Bashir il Sudan ha vissuto momenti difficili, soprattutto quando cominciarono ad essere ospitati – a detta delle organizzazione internazionali – gruppi di estremisti islamici. Il più conosciuto era Al Qaida, con il suo capo Osama bin Laden, che lasciò il paese nel 1996, un anno dopo il fallito attentato al presidente egiziano Hosni Mubarak, ad Addis Abeba. In seguito a quell’episodio gli Stati Uniti inserirono il paese nella lista nera dei sostenitori del terrorismo e l’Onu decise sanzioni economiche contro Karthoum.

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