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Sulle spiagge italiane arriva il pesce mangia-plastica

Il simbolo dell’inquinamento di quest’estate è un pesce particolare, in grado di nutrirsi di plastica. Si tratta di una scultura con le sembianze dell’animale, che fa da contenitore per i rifiuti su alcune spiagge italiane. Collocato in Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Liguria, e Sicilia ingerisce bottiglie e materiali di plastica, ed è la nuova attrattiva dei bagnanti, soprattutto dei più piccoli. Il pesce mangia-plastica rappresenta una delle tante le vittime del mare colpita dall’inquinamento, e ha fatto la sua apparizione iniziale all’interno di uno stabilimento balneare di Fregene e in un altro di Torre Canne (Brindisi). «Ognuno di noi può fare qualcosa per l’ambiente – dichiara Michele Catanzaro, il parlamentare siciliano che ha presentato il disegno di legge per ridurre al minimo l’uso della plastica, oltre a promuovere l’iniziativa lungo le sue coste-. La distribuzione dei pesci rientra in un percorso di sensibilizzazione e tutela del territorio».

Goletta Verde (progetto Litter Hunter) - Foto da sito Legambiente
Goletta Verde (progetto Litter Hunter) – Foto da sito Legambiente

Attualmente si parla ogni giorno di plastica e dei danni che causa all’ambiente, alle tartarughe che rimangono intrappolate per i rifiuti nel mare, ai pesci che la mangiano, e alle spiagge inquinate da questo materiale. Diffusasi sempre più nella vita quotidiana, dai due milioni del 1950, la produzione della plastica è arrivata a più di 400 milioni di tonnellate nel 2015. Dal 2000 le probabilità che gli strumenti usati per le misurazioni marine potessero rimanere impigliati in grandi oggetti “smaltiti” in mari e oceani sono triplicate. In Campania Legambiente sta monitorando con l’imbarcazione Goletta Verde i rifiuti in plastica, avvalendosi di un drone. Il progetto “Litter Hunter” ha permesso di verificare, su 29 spiagge, una media di 647 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, l’83% dei quali è in plastica. “Conoscere la tipologia dei rifiuti spiaggiati è il primo passo per individuare le cause del marine litter (i rifiuti marini)”, fanno sapere da Legambiente.

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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