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Taglio delle tasse e riduzione dell’Iva non risolvono la disoccupazione generazionale

A luglio ci sarà il taglio delle tasse sul lavoro per 16 milioni di lavoratori dipendenti, così come stabilito dalla legge di bilancio 2020 che ha istituito un “Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti”. La dotazione di tale Fondo è di 3 miliardi per l’anno 2020 e di 5 miliardi per l’anno 2021.

Del taglio delle tasse ne beneficeranno i lavoratori con un reddito lordo massimo di 40mila euro annui e l’aumento sarà tanto maggiore quanto minore è il reddito. Chi guadagna per esempio 29mila euro lordi beneficerà di un aumento di 97 euro al mese, mentre chi guadagna 39mila euro lordi riceverà un aumento di 16 euro al mese (53 centesimi al giorno). Chi guadagna 40mila euro non beneficerà di alcun aumento.

Oggi molti lavoratori dipendenti sono in cassa integrazione: per loro il taglio delle tasse sarà insignificante se ci sarà anche il taglio del posto di lavoro.

Per i lavoratori che sono al lavoro e per quelli che ritorneranno al lavoro dopo la cassa integrazione l’aumento del reddito derivante dal taglio delle tasse sarà accantonato sotto forma di risparmio da utilizzare per i tempi ancora più difficili che verranno (l’Istat comunica il 26 giugno 2020 che “la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 12,5%, in rialzo di 4,6 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2019” – È vero, però, che nel lockdown la possibilità di consumare era ridotta).

disoccupazione

Inoltre, è prevedibile che ci sarà un aumento generalizzato dei prezzi, dal momento che i negozianti aggiungeranno al prezzo del prodotto quello relativo alla sanificazione. Alcuni autolavaggi, per esempio, hanno incrementato la tariffa da 10 euro a 13 euro, essendo la maggiorazione di 3 euro dovuta al processo di sanificazione volto a tutelare la salute sia dell’operatore che del cliente. L’aumento dei prezzi sterilizzerà dunque il beneficio derivante dal taglio delle tasse.

L’eventuale riduzione dell’Iva darebbe scarsi risultati. Potrebbe agevolare il pagamento delle bollette, certo. Potrebbe permettere a famiglie indigenti di comprare più merendine da 8 cent per sfamare i propri figli, certo. Ma certamente non servirebbe a incrementare i consumi al punto da rilanciare l’economia italiana.

Pur apprezzando gli sforzi notevoli che il governo italiano, le istituzioni, le imprese pubbliche (in primis l’Inps) stanno facendo per i cittadini, tuttavia i loro sforzi risultano insufficienti e non sempre efficaci. Governo, istituzioni e imprese pubbliche tentano di fare il loro meglio per ciò che dovrebbe essere fatto al meglio in tali circostanze; non li si può certo biasimare per la loro impreparazione ad affrontare eventi unici come la pandemia da coronavirus.

Assistiamo a una gestione economica ballerina (Mes o no Mes?) e a una gestione sociale confusa (quando arriveranno i soldi della cassa integrazione? a chi spetta il bonus da 1000 euro e a chi spetta il contributo a fondo perduto?). Senza una visione, una strategia, una leadership a livello italiano saranno altri, i Partner europei, a dare la spinta all’Italia.

Ecco dunque l’invito della Cancelliera tedesca Angela Merkel: “l’Italia pensi ad attivare il Mes”. Un invito coerente con il pensiero europeo: utilizzare i fondi che sono già disponibili (per es., quelli del Mes), per obiettivi precisi e verificabili (per es., la Sanità), ricorrendo più ai prestiti che agli aiuti (del Recovery fund).

Ma quale potrebbe essere la “visione”? Questa, per esempio: la disoccupazione generazionale, la mancanza di lavoro di un’intera generazione, dovrà sparire dalla nostra società.

Quale potrebbe essere invece la strategia? Questa, per esempio: partecipazione dello Stato come imprenditore assieme ad aziende private in settori strategici come le telecomunicazioni (per la digitalizzazione dell’Italia), i trasporti (treni Hyperloop a levitazione magnetica), le infrastrutture (messa in sicurezza di ponti, strade, autostrade, gallerie), l’energia (produzione da fonti rinnovabili).

Per quanto riguarda la leadership, il governo potrà seguire con fiducia i consigli della Commissione europea.

Claudio Maria Perfetto

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