TORINO. Dieci piazze in Italia apparecchiate da ristoratori che con la nuova stretta potrebbero non riuscire più ad apparecchiare i tavoli dei propri ristoranti e pizzerie. Torino è stata una delle capofila dell’iniziativa. La prima di una serie. Una distesa di tavole apparecchiate sul pavimento della piazza, ma con i piatti rovesciati a simboleggiare “le cene che non ci saranno” e intorno, seduti a terra nel rispetto del distanziamento, decine di esponenti della categoria dei pubblici esercizi.
È il flash mob organizzato, questa mattina, dall’Epat nella centrale piazza Carignano a Torino contro la chiusura alle 18 di bar e ristoranti imposto dall’ultimo Dpcm. Con i manifestanti, oltre a rappresentanti di enoteche, pizzerie, gelaterie, pasticcerie e catering, anche alcuni produttori vinicoli, pure loro penalizzati dalla chiusura di bar e ristoranti.
“Il nostro è un flash mob silenzioso – spiega il presidente dell’Epat di Torino, Alessandro Mautino – come il silenzio del Governo rispetto alle nostre richieste. Non si tratta solo di salvare le nostre aziende, ma anche di non perdere il patrimonio oggi a rischio della socialità e del turismo”.
“Il Decreto Ristoro di ieri sera – aggiunge la presidente della Confcommercio, Maria Luisa Coppa – non ci ha rasserenati. Per sopravvivere chiediamo al Governo di far slittare la chiusura almeno alle 23, e di bloccarci le tasse per uno o due anni, non slittandole ma cancellandole”.