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Tex compie settant’anni, ma proprio non li dimostra

E’ il 30 settembre del 1948 quando, da una intuizione di Aurelio Galleppini e Gianluigi Bonelli nasce Tex Willer, il ranger più amato della storia del fumetto italiano. Sono passati 70 anni e quel personaggio è ormai un mito inossidabile riconosciuto della nostra letteratura popolare che sfida i decenni con la stessa risolutezza di come sfida banditi, indiani ribelli e malvagi nelle sue avventure.

Sempre in sella all’impareggiabile Dinamite, Tex non inizia la sua carriera come Ranger del Texas ma viene bollato come fuorilegge quando decide di vendicare il fratello assassinato da ladri bestiame nel ranch di famiglia facendosi giustizia da se. Sulle sue tracce viene sguinzagliato il Ranger più “tosto” del neonato Corpo di polizia Kit Carson che diventerà poi il pard di una vita di avventure. Altrettanto avvincente è l’incontro con Lilith, unica donna della sua vita, e figlia del gran sakem dei Navajos Freccia Rossa. La giovane e bella principessa indiana salverà Tex dal palo della tortura e convincerà il padre del suo amore per il “viso pallido” diventandone sua moglie e dandogli un figlio: Piccolo Falco o Kit Willer. Un amore che si concluderà tragicamente con la bella Lilith uccisa da un’epidemia di vaiolo scoppiata nella riserva a causa di coperte infette portate da commercianti senza scrupoli.

Nella nazione Navajos , di cui con il nome di Aquila della Notte, Texdiventerà capo e indian agent il nostro eroe troverà anche il fratello disangue Tiger Jack guerriero navajo che lo seguirà nelle sue avventure su tuttele piste del West e non solo. Il quartetto è così composto: Tex Willer, KitWiller, Kit Carson e Tiger Jack. Innumerevoli sono i personaggi che incroceranno la loro strada con Tex, eroi come Montales con un destino analogo al Ranger, prima bandito durante la rivoluzione messicana e poi Governatore di uno Stato, Jim Brandon ufficiale della Mountain Police le famosissime Giubbe Rosse, Pat Mc Rian l’irlandese dalla forza di un bisonte, Gros-Jean un trapper meticcio conosciuto nel New Englan, El Morisco esperto nei rituali più tenebrosi che con il suo fido servitore Eusebio accompagnerà Tex e i suoi pards nelle avventure contro il male oscuro e contro Mefisto e Yama. Non mancano fratelli rossi come Cochise. Tex infatti è da sempre schierato a difesa dei diritti e per la giustizia nei confronti nativi, combattendone il razzismo e le teorie di sterminio avanzate da alcuni quadri dell’Esercito. Ma è altrettanto inesorabile contro razziatori, ribelli e indiani che si macchino di fatti di sangue.

Una sceltà di giustizia a 360 gradi che porterà Tex ad arruolarsi come esploratore guida durante la guerra di secessione sotto le bandiere dell’Unione, scelta che sarà narrata in due indimenticabili episodi per i texiani “Fra due bandiere” e “ Quando tuona il cannone. Cavallo di razza e fumetto trainante di casa Bonelli, esordì nel formato a striscia come i colleghi Capitan Miky e Bleck Macigno della EsseGesse, per poi approdare al formato che è ancora attuale. In tutti questi anni Tex Willer non ha mai modificato il suo look: cappello Statson, camicia gialla, fazzoletto nero, pantaloni tipo jeans estivali.

Sergio Bonelli

Unica deroga la fascia da capo Navajos il e la giacca a frange quando è nella riserva o incontra gli altri capi tribù.  Per il suo 70° anniversario sono innumerevoli le iniziative promosse dalla mostra a Milano a una serie di appuntamenti editoriali ed uscite speciali e monografiche nelle edicole, fumetterie e librerie dedicate ai quattro pards e ad un uomo, un moderno Emilio Salgari, Gianluigi Bonelli, che ci raccontò il West con gli occhi di un innamorato, con la passione di un ragazzino e la grande precisione documentaristica senza esserci mai stato, salvo un viaggio fatto con il figlio Mauro ad età quasi pensionabile pochi anni prima di morire. …come direbbe Tex Willer…”Peste, settant’anni sono volati e ancora ci sono mille piste da esplorare e mille avventure da vivere”. E noi sempre pronti ad accoglierlo presso i nostri bivacchi nella prateria per sentirlo raccontare ancora settant’anni di avventure…

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Giuseppe Muri

Giornalista pubblicista dagli Anni Ottanta, si occupa di cronaca e di costume. Ha lavorato per un lungo periodo nelle redazioni di testate locali piemontesi. Appassionato di storia, ha svolto alcune inchieste legate a fatti importanti che hanno caratterizzato il Novecento italiano.

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