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Traffico di droga tra Italia e Albania: maxi sequestro e 14 arresti

L’operazione della DIA ha permesso di sequestrare oltre 2.300 kg di stupefacenti

Le organizzazioni criminali impegnate nel traffico di droga tra Italia e Albania questa mattina hanno subito un duro colpo. Alle prime luci dell’alba la Dia ha eseguito 14 arresti in carcere, nei confronti di 9 cittadini italiani e 5 albanesi, accusati di traffico internazionale di stupefacenti. I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura di Bari.

Il blitz è stato possibile grazie alla collaborazione della Sic (Squadra Investigativa Comune), organismo di cooperazione giudiziaria e di polizia istituita nel 2017 a Tirana.

Le indagini hanno portato al sequestro di oltre 2.300 chilogrammi di droga tra marijuana, cocaina ed eroina. Dall’ingente quantitativo sarebbe stato possibile ricavare circa 7 milioni di dosi singole. Se immesse nel mercato al dettaglio avrebbero fruttato oltre 15 milioni di euro.

Inoltre, nel Barese, sono stati scoperti due depositi di stupefacenti: uno di stoccaggio nel quartiere Carrassi di Bari e un altro a Mola di Bari con oltre cinquanta chili di droga, compreso un panetto di cocaina purissima.

Traffico di droga tra Italia e Albania: un’operazione partita a maggio del 2016

L’operazione, avviata a maggio 2016, già a marzo del 2018 aveva portato allo smantellamento di due potenti organizzazioni criminali operanti a Bari e provincia con ramificazioni oltre che in Albania, in Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo dedite all’importazione dall’Albania, via mare di ingenti quantitativi di stupefacente. Entrambe le organizzazioni avevano comuni interessi in Italia con organizzazioni criminali pugliesi che avevano compiti logistici, e in Albania con organizzazioni criminali attive nella produzione, nel confezionamento, nello smistamento e nel trasferimento dello stupefacente sull’asse Albania-Italia.

Dopo la sentenza della Corte d’Appello di Bari del 10 maggio 2021 erano state inflitte pene variabili da 2 a 20 anni essendo stata riconosciuta anche dalla Cassazione la sussistenza, per alcuni condannati, dell’aggravante della “transnazionalita’” del reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. 

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