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Trento e Agrigento le città dove si vive meglio e peggio

Dalla classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, emerge che sono 65 le città dove si vive bene, nel 2015 erano dodici di meno. Il che significa che la qualità della vita in Italia è complessivamente migliorata.

ROMA. Trento è la migliore per gli affari e il lavoro, l’ambiente, l’istruzione, il tempo libero, il turismo. Agrigento la peggiore, quasi sotto tutti gli aspetti. La classifica è quella della qualità di vita delle città italiane, che conferma quanto emerso nelle indagini degli anni precedenti: nel Nord Italia si vive meglio che al centro e al Sud, che non compare nei primi 68 posti. Un gap che si conferma praticamente in tutti diversi ambiti presi in esame nella classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione. I dati dimostrano che nel 2019 la qualità della vita in Italia è complessivamente migliorata. Milano è la città che apre la classifica sul tenore di vita: a seguire nel gruppo di testa, Bologna, Monza e Brianza e Trieste. Roma è solo 44°.

Milano apre la classifica sul tenore di vita

Attualmente sono 65 su 107 le province italiane in cui la qualità di vita è buona o accettabile: un dato che risulta il migliore degli ultimi cinque anni. Nel 2015, infatti, le province in cui si vive bene erano 53 su 110, nel 2016 e 2017 erano diventate 56 su 110, nel 2018 avevano raggiunto quota 59 su 110. Le prime dieci province appartengono, ancora una volta, al Nordest o al Nordovest: dopo Trento, ci sono Pordenone, Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, Belluno, Aosta, Treviso, Cuneo, Udine e Bolzano, che scende dal primo al decimo posto rispetto al 2018.

Per incontrare le prime province del Sud bisogna scorrere la classifica fino ad arrivare al 69° e al 70° posto, dove compaiono le lucane Potenza e Matera. Nel Mezzogiorno e nelle Isole, il buon vivere è ancora un miraggio: in 35 province su 38 la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente (nelle rimanenti tre è accettabile). Il che significa, in termini di popolazione, che il 44% degli italiani vive con una qualità di vita insoddisfacente.

Una veduta di Agrigento

Non solo Nord-Sud: la differenza tra le province italiane si gioca anche su altre contrapposizioni. Tra Nordovest e Nordest, per esempio. O tra province minori, caratterizzate da elevati livelli di qualità della vita, e grandi centri urbani. E così, raggruppando province con caratteristiche simili, l’Italia ne esce divisa in cinque. Ecco allora che Bolzano e Bologna aprono la classifica nella dimensione affari e lavoro (Milano al sesto e Roma al 72° posto) mentre è Crotone che chiude la classifica. Sondrio si prende il primo posto in tema ambientale, ultima Catania.

È invece Pordenone la provincia più sicura d’Italia, Rimini quella meno. Milano va male e si colloca subito prima del capolouogo romagnolo. Verbano-Cusio-Ossola si classifica in prima posizione nella dimensione relativa alla sicurezza sociale e personale, ultima Cosenza. Spetta a Bologna il trono per la migliore città nella dimensione dell’istruzione, formazione, capitale umano. A conferma degli eccellenti piazzamenti già conseguiti nelle passate edizioni dell’indagine, Isernia si classifica al primo posto nella dimensione del sistema salute, che intende fornire uno spaccato sulla dotazione di strutture sanitarie. A seguire nelle posizioni di testa Catanzaro, Cagliari e Ancona. Chiude la classifica Vibo Valentia.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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