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Una gita a Noto… il più bel chilometro d’arte d’Europa

Il trionfo del barocco. È quanto ci riserva Noto, una delle più belle città della Sicilia dal punto di vista architettonico, soprannominata il Giardino di Pietra. Il comune occupa oltre un quarto della Provincia di Siracusa ed è il più grande comune della Sicilia e il quarto d’Italia. Palazzi, chiese, monasteri, piazze e fontane si aprono in successione come una scenografia teatrale che lascia senza fiato.

Decisamente, il più bel chilometro d’arte d’Europa dove la morbida pietra bianca locale è stata lavorata, giocando, a ricavarne armoniose forme, ora mascheroni giocosi, ora studi attenti di convessità luminose. È non a caso, il Giardino di Pietra, riassunto in una sola espressione: il Barocco di Noto.

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Il terremoto del 1693 distrusse l’antica città, che si trovava alcuni chilometri più in alto rispetto alla cittadina odierna. Nel Settecento, la nuova città fu costruita ex novo dopo fitto dibattito, più a valle, secondo lo stile dell’epoca e col concorso di ingegnosi architetti. Ma non sarebbe corretto parlare di ricostruzione, ma di “costruzione di una nuova città”, costruzione che venne fatta più otto chilometri più a valle, con le caratteristiche di città barocca che l’hanno resa celebre in tutto il mondo.

Nel piano di costruzione della città intervennero diverse personalità, indicate dai documenti e dalla tradizione: dall’ingegnere militare olandese Carlos de Grunenbergh, al matematico netino Giovanni Battista Landolina, al gesuita fra Angelo Italia, all’architetto militare Giuseppe Formenti; ma, al di là del piano urbanistico, è da tenere presente che la città attuale è il risultato dell’opera di numerosi architetti (Rosario Gagliardi, Paolo Labisi, Vincenzo Sinatra, Antonio Mazza), capimastri e scalpellini, che, durante tutto il XVIII secolo, realizzano questo eccezionale ambiente urbanistico.

L’ingresso al centro storico è annunciato dalla Porta Reale, un impattante arco di trionfo dell’800, costruito per la visita del re Ferdinando II di Borbone detto il re delle due Sicilie. Davanti si apre l’asse principale della città corso Vittorio Emanuele. Percorrendo pochi metri, si giunge nella prima delle tre piazze , piazza Immacolata. Qui in cima ad un’imponente scalinata si trova la chiesa di San Francesco all’Immacolata, caratterizzata da una bellissima e semplice facciata barocca. All’interno, un ricordo della “noto antica” , sull’altare la vergine col bambino dipinta su legno (opera attribuita a Monachello 1564).

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La facciata della Cattedrale di Noto

A sinistra della chiesa di San Francesco c’è l’elegante monastero di San Salvatore con la bellissima torre e il belvedere. Dalla parte opposta l’ex convento di clausura di Santa Chiara. Continuando a percorrere Corso Vittorio Emanuele si arriva a piazza municipio, dove poter ammirare la Cattedrale e Palazzo Ducezio. Percorrendo ancora qualche metro l’attenzione viene catturata dai bellissimi palazzo barocchi di via Nicolaci, caratterizzati da balconcini molto fantasiosi, adornati da sirene, putti, cavalli e perfino leoni e personaggi della mitologia. A spiccare maggiormente è Palazzo Nicolaci, aperto al pubblico e assolutamente da visitare.

Tornando sul Corso, e proseguendo ancora per qualche metro ci si imbatte in piazza XVI Maggio. Qui si possono ammirare Villa D’Ercole d’origine settecentesca , la Chiesa di San Domenico e, infine, il Teatro Vittorio Emanuele, risalente all’Ottocento.

Anticamente il centro abitato di Noto, conosciuto come Noto Antica, fu un centro di rilevante importanza. Municipium sotto il dominio dei Romani, Capovalle dalla dominazione araba in poi e fregiata del titolo di civitas ingegnosa da Ferdinando il Cattolico, fu uno dei principali centri culturali militari ed economici della Sicilia sud-orientale fra il XIV e il XVI secolo.

Il Castello reale di Noto Antica

Noto Antica è tutt’ora visitabile, un area ricchissima di informazioni che ricoprono un arco temporale che va dall’epoca preistorica fino al 1693, anno del terremoto. Un impianto medievale dove ancora si possono ammirare monumenti di grande rilevanza storica, come l’Eremo di Santa Maria della Provvidenza, il Castello Reale edificato nel 1091 ed ampliato dal duca Pietro D’Aragona nel 1430 e tratti delle imponenti mura di cinta che fortificavano il centro urbano.

Piero Abrate

Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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