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Undici anni fa il regista Dino Risi salutava il cinema italiano

È stato omaggiato ieri sera in seconda serata nella prima puntata Rai di “Stracult 20 anni”, alla soglia dei festeggiamenti della nascita della trasmissione diretta da Carlo Freccero in difesa del cinema italiano, il maestro della commedia all’italiana Dino Risi, morto il 7 giugno 2008. Il documentario di Fabrizio Corallo “Dino Risi forever (Cento anni ma non li dimostra)” ha ricordato l’indimenticabile regista milanese di pellicole intramontabili quali “Il sorpasso”, “Una vita difficile”, “I mostri”, “Profumo di donna”, storie sul costume nazionale che si è evoluto nel tempo. Il cinema del dopoguerra, soprattutto, è stato quello di Risi, con il primo successo “Pane amore e…”, seguito da “Poveri, ma belli”, arrivando fino a ricevere il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2002.

I mostri - Dino Risi
I mostri – Dino Risi

Nato a Milano nel 1916, Risi ha contribuito al successo di attori come Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi. Era figlio di un medico, e, grazie agli amici Mario Soldati e Alberto Lattuada, abbandona la professione medica, dedicandosi al cinema. Durante la Seconda Guerra Mondiale frequenta in Svizzera, dove si rifugia, il corso di regia tenuto da Jacques Feyder, regista, sceneggiatore, e attore belga naturalizzato francese. Il ritorno nella città natale, Milano, lo vede alle prese con il documentario, oltre a collaborare come critico cinematografico per il giornale “Milano sera”. Nel 1952 debutta nella regia cinematografica con “Vacanze col gangster”, ma è nel 1974 con “Profumo di donna” che vince il David di Donatello per la miglior regia, e a Cannes la candidatura alla Palma d’oro, mentre Vittorio Gassman è premiato come miglior attore.

locandina "Profumo di donna", Dino Risi

Il film riceve anche due nomination all’Oscar: per la miglior sceneggiatura e come miglior film straniero, e in Francia gli viene assegnato il César nella stessa categoria. Il tema portante di “Profumo di donna” è la solitudine del capitano Fausto Consolo, divenuto cieco dopo un incidente, il quale nasconde il proprio dolore dietro una maschera di cinismo, oltre ad avere una grande passione: le donne, che vanta di riconoscere dal loro profumo. La sua cecità diventa paradossale nel momento in cui si confronta con le persone che, invece, vedono, ma non sono in grado di “guardare” al di là delle apparenze.

Simona Cocola

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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