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Usa, carcere a vita ai genitori che tennero segregati 13 figli

NEW YORK. I genitori-padroni che hanno tenuto incatenati per anni i loro 13 figli nella cosiddetta “casa degli orrori” in California, abusando anche di loro, sono stati condannati all’ergastolo. Il processo contro David e Louise Turpin ha rivelato particolari shock: i bambini sono stati incatenati prima con corde poi con catene, in alcuni casi ingabbiati.

La vicenda è venuta alla luce nel gennaio dello scorso anno quando Jordan, 17 anni, ha chiamato i soccorsi dopo essere riuscita a scappare dalla casa in cui viveva a Riverside. Al numero di emergenza aveva raccontato che i suoi fratelli e sorelle erano incatenati in casa. All’operatore che le chiedeva dove si trovasse aveva risposto: “Non lo so, non ero mai uscita prima d’ora… I miei genitori ci picchiano, le mie sorelle adesso sono legate con delle catene”. E, ancora: “Non so se qualcuno di noi abbia bisogno di cure mediche, so soltanto che a volte non si respira, in casa, e che l’ultima volta che ho fatto il bagno credo sia stata un anno fa”.

Le forze dell’ordine erano riuscite a localizzare l’abitazione e avevano scoperto che quello che Jordan aveva raccontato loro era vero. David Turpin, 57 anni, e la moglie Louise, tenevano segregati in casa i loro 13 figli. La maggior parte di loro non era mai andata a scuola. Tutti (l’età oscillava tra i 2 e i 29 anni) risultavano essere denutriti; una delle figlie, di 11 anni, aveva le braccia di un neonato.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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