• DAL MONDO

Venerdì potrebbero arrivare le dimissioni di Theresa May

LONDRA. Sembra rinviata almeno a venerdì l’ipotesi di dimissioni di Theresa May da leader Tory e da primo ministro. Lo riferiscono i media britannici citando fonti di Downing Street che escludono la possibilità che la premier possa farsi da parte o essere costretta a uscire di scena già stasera. Dopo mesi di pressioni per le dimissioni, durante i quali May non ha mai ceduto, questo sembra essere il momento più duro. La prima ministra è inciampata su un piano per Brexit inaccettabile per i più, contenendo l’ipotesi di un eventuale secondo referendum.

Ieri, la premier Theresa May ha difeso a denti stretti alla Camera dei Comuni l’ultima legge delega che permetterebbe di ratificare la Brexit il prossimo 3 giugno. È stato l’ennesimo estremo tentativo di chiudere la partita Brexit: “Respingetelo e tutto ciò che ci troveremo davanti sarà ancora stallo e divisione – ha detto -. Rischiamo di uscire dall’Unione senza un accordo, cosa che questa Camera non vuole assolutamente; rischiamo di bloccare la Brexit , cosa che i britannici non tollererebbero. Rischiamo di originare nuove divisioni in un momento in cui dovremo essere uniti nell’interesse nazionale”.

Venerdì la May ha accettato d’incontrare il deputato Graham Brady, presidente del Comitato 1922, influente organismo interno al gruppo parlamentare Conservatore riunitosi oggi stesso per discutere del destino della premier.

Intanto, ieri sera, la ministra per i Rapporti con il Parlamento (Leader of the House), Andrea Leadsom, figura di spicco fra i componenti brexiteer del governo Tory, ha annunciato le dimissioni in polemica con le concessioni fatte dalla premier Theresa May. Leadsom, ritenuta una pretendente alla leadership Tory e alla guida del governo, è stata oggi in prima fila nelle riunioni organizzate in seno al partito per cercare di ottenere le dimissioni della May.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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