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Violenza domestica, come riconoscerla e come poterla affrontare

La violenza domestica designa ogni atto di violenza fisica, sessuale o psicologica che si verifica all’interno del nucleo familiare o tra attuali o precedenti partner o coniugi, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima.

Il fenomeno della violenza domestica risulta essere diffuso in tutti i paesi ed in tutte le fasce sociali, non vi sono distinzioni tra gli aggressori e può verificarsi indifferentemente tra partner intimi, genitori e figli, nonni e nipoti, fratelli e sorelle, etc. Le conseguenze possono essere lesioni fisiche, isolamento sociale, problemi psicologici, difficoltà finanziarie, perdita del lavoro e, talvolta, il decesso. Fondamentale è sentirsi al sicuro ed in caso di violenza domestica è importante tenere pronto un “piano di fuga”.

Le vittime possono essere uomini, donne e bambini, anche se secondo le statistiche la violenza domestica è agita più frequentemente dagli uomini sulle donne. Ma il problema principale è che spesso le vittime non denunciano il fatto.

Una violazione dei diritti umani

L’articolo 3 della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (nota anche come Convenzione di Istanbul) precisa che la violenza nei confronti delle donne è una violazione dei diritti umani ed è una forma di discriminazione contro le stesse. Designa inoltre tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, incluse le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione della libertà, sia nella vita privata che in quella pubblica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che nel mondo il 35% delle donne subisce una qualche forma di violenza (fisica, psicologica, sessuale o economica) da parte, solitamente, del partner o del precedente partner, familiari o comunque da persona conosciuta. Ma in realtà non è possibile sapere il numero esatto delle donne che hanno subìto violenza, perché si tratta di dati relativi solo in base al numero esiguo di donne che hanno denunciato il fatto alle autorità. Si è stimato, infatti, che il 90% delle vittime non denuncia il fatto, spesso per paura o per vergogna.

Come si manifesta la violenza domestica?

È importante sapere che la violenza domestica può assumere diverse forme, che possono essere presenti singolarmente o manifestarsi tutte contemporaneamente.

Di tale violenza quella maggiormente riconosciuta è quella fisica, poiché lascia segni sul corpo; poi vi è la violenza sessuale, spesso presente ma non riconosciuta se agita da un partner intimo; la violenza psicologica, che è ampiamente diffusa, sebbene più subdola e complessa da riconoscere e può manifestarsi attraverso umiliazioni ed una serie di atteggiamenti intimidatori e di controllo, volti ad indebolire e ad isolare la vittima; la violenza economica, che mira al controllo del partner tramite privazione o limitazione nell’accesso alle disponibilità economiche proprie o della famiglia; infine vi è un’altra forma di violenza fortemente diffusa e di recente riconoscimento giuridico, lo stalking, rappresentato da atti persecutori.

Chi si occupa di questo tema parla del modello della “spirale della violenza”, che illustra in modo accurato l’andamento della dinamica: la violenza non si manifesta sempre e sin da subito in modo esplicito, bensì presenta un’escalation di gravità e si evolve articolandosi in più fasi:

  • Prima fase: prevede un graduale aumento della tensione creata da frequenti liti e da tentativi della vittima di disinnescare la tensione;
  • Fase dell’aggressione: in cui si manifestano comportamenti violenti (fisici o verbali);
  • Fase del pentimento e della riconciliazione: l’aggressore chiede scusa e si pente del proprio comportamento. In alcuni casi il partner abusante prova vergogna e fa promesse di cambiamento, altri invece colpevolizzano la vittima definendola come la responsabile delle azioni da lui compiute.

Si tratta di fasi che si presentano alternandosi e con andamento ciclico. Infatti minacce, aggressioni, ricatti, intimidazioni ed isolamento si intervallano spesso a momenti di relativa calma e false riappacificazioni, un processo che contribuisce a confondere la vittima, aumentandone al contempo la sua insicurezza.

violenza domestica

Quali sono le possibili conseguenze della violenza domestica?

La violenza domestica può portare gravi conseguenze nella vita delle persone che la subiscono. Un’indagine Istat ha evidenziato le conseguenze più frequenti delle vittime sopravvissute a violenza domestica: perdita di fiducia e scarsa o quasi inesistente autostima (52%), ansia, fobia e attacchi di panico (47%), disperazione e senso di impotenza (46%), disturbi del sonno e dell’alimentazione (46%), depressione (40%), difficoltà nella concentrazione e perdita della memoria (25%), dolori fisici (22%), difficoltà nel gestire la prole (15%), autolesionismo o idee di suicidio (12%), senza contare sensi di colpa, vergogna, disturbi post traumatici da stress e molti altri a seguire.

Inoltre le condizioni di chi subisce violenza sono tanto gravi quanto più questa si protrae nel tempo, in questi casi le conseguenze possono lasciare segni anche sul piano relazionale, poiché le vittime spesso perdono o lasciano il lavoro, la casa, gli amici e le risorse finanziarie di sostentamento. E se la violenza domestica è agita contro una donna che è anche madre, ne verrà intaccata anche la relazione madre-figli, in quanto viene minato lo sviluppo di un rapporto sereno tra la mamma e i suoi figli.

Come poter gestire il problema

In caso di violenza domestica la vittima deve cercare di allontanarsi dai luoghi in cui può venire rinchiusa o dove l’abusante può trovare armi (come i coltelli in cucina).

Se vi è la possibilità contattare immediatamente le Forze dell’Ordine e uscire di casa, o recarsi da un vicino o da persone fidate per poter telefonare e denunciare l’accaduto in attesa dei soccorsi (spesso è possibile uscire trovando la scusa di andare a fare una commissione o di portare fuori il cane). Inoltre in caso di lesioni queste devono essere accurate e documentate con fotografie.

È suggerito alle vittime di violenza domestica di: mettere dei soldi da parte o aprire un conto corrente separato, fotocopiare e nascondere i documenti ufficiali propri e degli eventuali figli (certificati di nascita, tessere sanitarie, assicurazioni, numero di conti correnti, etc) e tenere il tutto in una borsa pronta e nascosta in caso di emergenza e qualora si dovesse lasciare velocemente la propria abitazione.

La decisione di andarsene ed interrompere la relazione non è semplice, spesso le vittime si sentono incapaci nel farlo a causa di timori di ciò che potrebbe fare l’aggressore dopo l’abbandono e, spesso, a causa della dipendenza economica che si ha con lo stesso.

In caso di violenza domestica è possibile:

  • Rivolgersi ai Centri Antiviolenza (presenti su tutto il territorio nazionale) o a gruppi di supporto, in cui la donna potrà ricevere informazioni, sostegno psicologico e richiedere gratuitamente assistenza legale;
  • Contattare il servizio pubblico al 1522, numero gratuito e attivo 24 ore su 24 che accoglie, con operatrici specializzate, le richieste di aiuto e di sostegno delle vittime di violenza e di stalking;
  • Rivolgersi alle Forze dell’Ordine o al Pronto Intervento (Carabinieri al 112, Polizia di Stato al 113, Emergenza sanitaria al 118).

Conclusioni

Uscire da questo problema non sarà semplice per la vittima, ma sicuramente possibile. Questa dovrà innanzitutto rendersi conto che, in questi casi, quello che accade all’interno delle mura domestiche è un reato. E per fare ciò deve osservare ed analizzare ciò che le accade attorno, imparando ad essere obiettiva e giudicante nei confronti di chi sta abusando.

Le aggressioni, siano esse fisiche o psicologiche, creano un clima di tensione e di pericolo all’interno della casa. E se sono presenti dei bambini, che assistono alla violenza all’interno di essa, si configurerà un trauma complesso che si rifletterà a livello emotivo, cognitivo e relazionale, con un alto rischio di trasmissione intergenerazionale della violenza.

L’isolamento, la convivenza forzata e l’instabilità socio-economica vissuta in questo periodo pandemico non sono stati fattori di aiuto, anzi, molti sono stati coloro che sono stati esposti ad una maggiore violenza domestica e assistita. Sono questi infatti i momenti in cui si registra un aumento di violenza, così come i periodi di festività e di vacanze estive, momenti in cui la convivenza si fa più stretta. Specie in questi casi è quindi importante rassicurare le donne del fatto che la rete antiviolenza è sempre presente ed è in grado di dare supporto, sostegno, accoglienza e protezione alle persone in situazioni di emergenza.

È fondamentale affrontare il problema della violenza domestica e per fare ciò risultano quindi necessari gli interventi di sensibilizzazione della popolazione, educazione al rispetto sin da piccoli, formazione del personale e promozione di politiche che garantiscono pari opportunità. E, soprattutto, la vittima deve essere consapevole della situazione in cui vive e avere il coraggio di denunciare e di farsi aiutare.

Valeria Glaray

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Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

Una risposta a “Violenza domestica, come riconoscerla e come poterla affrontare”

  1. È opportuno verificare bene le violenze subito dalle donne. Molte di loro ne approfittano delle leggi a loro favore, per trarne grossi vantaggi economici in caso di separazione, rovinando in modo irreperibile gli ex mariti. Esaminare bene la stragrande maggioranza di furbette, che per i loro scopi non esitano ad approfittare di queste leggi in barba a chi effettivamente subisce le violenze e meritano di tutti gli aiuti possibili. È opportuno che chi ne approfitti sia punito in modo adeguato dalla giustizia, non è possibile tollerare questi comportamenti. Prima di agire con metodi duri verso il presunto colpevole, sarebbe opportuno, a parere dello scrivente fare una indagine più approfondita ed infine verificare se la violenza è veritiera o costruita a regola d’arte contro il presunto violento.

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