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Addio a Lina Wertmüller, tra le più grandi cineaste italiana: aveva 93 anni

Addio a Lina Wertmüller, indimenticabile protagonista di cinema, teatro, radio e televisione italiani degli ultimi 60 anni. Regista, sceneggiatrice e scrittrice di successo, ricordata soprattutto per le opere sul grande schermo. Lina è stata la prima donna a ottenere una nomination agli Oscar, anche se ha ricevuto la celebre statuetta soltanto lo scorso anno , nel 2020, alla carriera.

Alcuni cenni biografici su Lina Wertmüller

Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, questo il suo nome completo, nacque a Roma nel 1928, alla vigilia di Ferragosto. Il padre Federico era di un paese in provincia di Potenza, Palazzo San Gervasio, ma di antiche origini nobili elvetiche, la madre Maria era romana.

A 17 anni entrò nell’accademia d’arte drammatica diretta da Pietro Sharoff. Lanciata nel mondo del teatro con le sue prime regie, si avvicinò in fretta al mondo radiofonico, per poi passare alla televisione come autrice ed appunto regista.

Legò il suo nome alla prima edizione di Canzonissima, il celebre varietà musicale tra gli anni ’50 e ’70, e soprattutto a Il Giornalino di Gian Burrasca, tra il dicembre 1964 ed il febbraio 1965, mattatrice una esuberante Rita Pavone.

Nel cinema fu assistente di regia di Federico Fellini in La dolce vita e 8 1/2, al principio degli anni ’60. Il suo primo film diretto soltanto da lei fu I basilischi nel 1963, girato in parte a Palazzo San Gervasio, in Basilicata.

Lina Wertmüller
Lina Wertmüller

Il successo

La vera notorietà per Lina Wertmüller arrivò qualche anno più tardi, quando iniziò una feconda collaborazione artistica con l’attore Giancarlo Giannini, protagonista di alcune grandi pellicole durante il decennio successivo.

Divenne particolarmente famosa non solo per i film realizzati, tra ironia e satira politico-sociale, osannati dalla critica e dai sostanziosi incassi, ma anche per i titoli piuttosto lunghi, suo inimitabile marchio di fabbrica. Con Giannini e Mariangela Melato ecco arrivare titoli del calibro di “Mimì metallurgico ferito nell’onore” e “Film d’amore e d’anarchia – Ovvero Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…“.

Seguirono “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto“, “Pasqualino Settebellezze“, “La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia” e “Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici“, nel quale oltre a Giannini sono presenti due mostri sacri del cinema italiano come Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Nei decenni successivi fino agli anni ’70 continuò a dirigere tra il grande e il piccolo schermo, pubblicando alcuni libri in intervalli spesso irregolari dal 1981.

Pasqualino Settebellezze“, diffuso ed apprezzato pure oltreoceano, la fece candidare a tre Oscar nel 1977 per miglior regia, sceneggiatura originale e film straniero. Per una donna regista quell’edizione costituì davvero una novità assoluta, incentivando molte sue future colleghe ad avvicinarsi alla professione. In altre parole lei fu una pioniera per il genere femminile dietro le macchine da presa.

Lina Wertmüller accanto a Giancarlo Giannini

Una carriera infinita

Dal 1963 sono state 23 le pellicole dirette per il cinema e 4 i film per la televisione, ai quali si aggiungono 7 film da sceneggiatrice (la collaborazione più importante è quella con Franco Zeffirelli in “Fratello Sole, Sorella Luna“), l’indimenticata serie tv del 1964-65 “Il giornalino di Gian Burrasca“, due episodi per altrettanti documentari e infine nel 2014 ha diretto il cortometraggio documentaristico “Roma, Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano“.

Anche Giannini concorse come miglior attore protagonista, ma non giunse alcuna statuetta. Come accennato, si dovette aspettare il 2020 affinché ricevesse l’Oscar onorario alla carriera. Sempre alla carriera, negli ultimi anni, Lina ottenne altri riconoscimenti: il David di Donatello nel 2010 e il Globo d’oro nel 2009, premio cinematografico assegnato con cadenza annuale dai giornalisti della stampa estera accreditata in Italia

Giampaolo Negro

Laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche, giornalista pubblicista dal 2012. Ho collaborato dal 2010 al 2021 con "Sprint e Sport" occupandomi di calcio giovanile e dilettantistico, con particolare attenzione alla scuola calcio. Appassionato di cultura storica, arte, teatro musica e affascinato dalle meraviglie della natura.

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