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Cinghiali, migliaia di allevatori protestano in piazza a Montecitorio

Si stima che i cinghiali causino 1 incidente ogni 48 ore: in un anno il bilancio è di 16 morti e 215 feriti. L'81% degli italiani sarebbe favorevole all'abbattimento per ridurne il numero.

Sono migliaia gli agricoltori, allevatori e pastori scesi in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento e in tutti i capoluoghi di provincia per protestare contro l’invasione dei cinghiali, pericoloso fenomeno in crescita in tutto il Paese. I manifestanti chiedono che il governo si attivi per fermare quella che è stata definita una “calamità” capace di distruggere raccolti, aggredire gli animali, assediare le stalle e causare incidenti stradali nelle campagne ma anche all’interno dei centri urbani con pericoli concreti per gli agricoltori ed i cittadini. A Roma è presente il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini e in giornata sono attesi rappresentanti delle Istituzioni e della politica.

Molti dei presenti in piazza sono agricoltori che denunciano storie personali con drammatiche conseguenze per attrezzature, animali e persone ma anche l’amarezza di aver visto distruggere in pochi minuti il lavoro di un anno come si vede dalle foto in molti cartelli. Numerose anche le sagome cartonate di un branco di cinghiali a grandezza naturale che ha come scopo quello di dimostrare concretamente cosa significa trovarsi di fronte a questi animali in strada, nei campi o davanti alla propria abitazione. Inoltre un gruppo di giovani travestiti da cinghiali cerca di parlare con i parlamentari per spiegare la situazione di emergenza che devono affrontare ogni giorno.

Dopo il lockdown 2,3 milioni di esemplari hanno assediato città e campagne

Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano, si è registrato un aumento del 15% dei branchi di cinghiali in tutta Italia. “I branchi – spiega la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone“.

In Italia dopo il lockdown i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari. Si stima che le campagne abbiano subito danni alle produzioni agricole per almeno 200 milioni di euro all’anno. Il problema non riguarda solo ed esclusivamente il lato economico ma il timore è che possa essere compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali.

cinghiali

I cinghiali causano un incidente ogni 48 ore

Un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti è il tragico bilancio nell’anno dell’emergenza Covid dell’invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, abbattendo recinzioni, guadando fiumi e attraversando strade e autostrade mettendo a rischio la vita e la sicurezza delle persone. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Asaps.

Secondo la stima di Coldiretti negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è quasi raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali. Una vera e propria emergenza nazionale che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti sui quasi 850mila chilometri di strade e autostrade italiane con i cinghiali che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso, 1,2 metri di altezza e 2 metri di lunghezza. Inoltre dai dati emerge che oltre un italiano adulto su quattro (26%) ha incontrato dal vivo un cinghiale.

Per l’81% degli italiani i cinghiali vanno fermati ad ogni costo

Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che il problema dell’invasione dei cinghiali vada affrontato con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Dal sondaggio emerge come per la stragrande maggioranza dei cittadini intervistati, il 90%, la fauna selvatica rappresenti un problema serio.

Nel mirino finisce soprattutto la presenza eccessiva di cinghiali, che il 69% degli italiani ritiene essere troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione.

Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. Alla domanda su chi debba risolvere il problema, un italiano su 2 (53%) ritiene che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del Governo e un 22% tocca ai Comuni.

La maggioranza degli italiani considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate” denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza “di interventi mirati e su larga scala regione per regione per ridurre la minaccia degli animali selvatici a livello nazionale”.

Le richieste di Coldirette per adottare un piano di controllo e contenimento dei cinghiali

La Coldiretti chiede che le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato e operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinchè:

  • Gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza;
  • L’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale;
  • Gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale;
  • Il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio;
  • Le carni degli animali vengano destinate alla beneficienza nel rispetto di standard di sicurezza o vengano valorizzati a sostegno dell’economia locale;
  • Che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza“.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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