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Concertone, Gallagher porta i Beatles sul palco di Roma

ROMA. Ha piovuto a dirotto per ore, ma la magia della musica ha riscaldato ancora una volta il Concertone di piazza San Giovanni a Roma che ieri ha festeggiato la sua trentesima edizione. Un’edizione che gli organizzatori hanno voluto lanciare all’insegna del lavoro, dei diritti, dello stato sociale, dell’Europa. Temi caldi che non si possono far raffreddare, come ci tengono a sottolineare in tanti, a partire dagli artisti sul palco, tra canzoni e messaggi di disobbedienza. Ma anche di chi ha fatto gli onori di casa, come Ambra che si è scagliata contro il bonus assunzioni per le donne (“lo sgravio è mio e lo gestisco io”), contro le morti sul lavoro (“il lavoro è un diritto, ma la vita lo è ancora di più”) e che in risposta alle polemiche dello scorso anno sulla maglia griffata ne ha sfoggiata una con le sigle dei tre sindacati. Ad emozionare, poi, è stata Ilaria Cucchi, che ha commosso la piazza che ha urlato a gran voce il nome di suo fratello Stefano, morto dieci anni fa dopo essere stato arrestato.

L’apertura è stata un omaggio a Franco Battiato sulle note di “Centro di gravità permanente”, ma c’è stato spazio anche per un ricordo dei Nirvana a 25 anni dalla scomparsa di Kurt Cobain e di Lou Reed con Manuel Agnelli. Immancabile Bella Ciao, in versione arpa, con Micol Arpa Rock. E in serata scambio di favori tra artisti: Daniele Silvestri ha ospitato Manuel Agnelli e Rancore, i Subsonica hanno chiamano prima Willie Peyote e poi ancora Silvestri. Sul palco tanti giovani: Fulminacci, Izi, La Rappresentante di Lista, La Municipal (mesti, per aver subito il furto degli strumenti), Canova, Rancore, per citarne alcuni. Via via, la febbre sale: Ex-Otago, reduci dal festival di Sanremo (e non sono i soli), Anastasio, vincitore dell’ultimo X-Factor, Zen Circus, Ghemon, Omar Pedrini.

Noel Gallagher, ex Oasis

Carl Brave ha divertito, Manuel Agnelli ha fatto sognare, Daniele Silvestri ha fatto sfogare la piazza con un liberatorio “mortacci”, i Subsonica hanno fatto ballare, Gazzelle ha salutato la mamma, Achille Lauro eccessivo nel suo completo con le frange d’oro, pazzesco e carismatico ha scatenato le migliaia di giovan in piazza. In scaletta ancora Ghali, Motta, Negrita e il finale con l’Orchestraccia. Quando sul palco è arrivato l’unico ospite internazionale Noel Gallagher, la piazza si è illuminata e i ragazzi che la gremivano hanno ballato, nonostante lo scrosciare della pioggia, imperterriti, sul ritmo trascinante del suo rock. L’ex Oasis ha suonato Fort Knox, Holy Mountain,  poi l’ipnotica e psichedelica It’s a beautiful world. Quindi ha fatto tremare il cuore di tutti i fan degli Oasis con l’immortale Wonderwall e con Stop crying your heart out, scelta quanto mai azzeccata per l’occasione visto che il brano ci invita ad andare avanti nonostante le asprezze della vita. ha chiuso con un omaggio da pelle d’oca ai Beatles, suoi idoli dichiarati, con All you need is love cantata in coro da tutta la piazza.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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