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Dopo Cgil anche il Codacons interviene nel parto di Belen

Belen Rodriuez ha partorito la sua seconda figlia all’ospedale Giustinianeo di Padova, ma sia i dipendenti, che i sindacati e Codacons non hanno gradito la chiusura di un’ala del terzo piano per garantire la privacy della famosa partoriente

Il 12 luglio l’equipe della maternità dell’Ospedale Giustinianeo di Padova Belen Rodriguez ha fatto partorire la secondogenita della nota showgirl argentina e per questo è stata chiusa e riorganizzata un’ala del terzo piano. Pronta la denuncia di Cgil che in una nota ha scritto: “Un’ala del terzo piano, dove era ricoverata a Belen, è stata chiusa e completamente riorganizzata: una mobilitazione da clinica privata, non giustificata per una struttura pubblica come l’ospedale di Padova”

La direzione dell’Azienda ospedaliera di Padova ha reagito prontamente rispondendo ai sindacati:Nessuna porzione del terzo piano, né ovviamente il piano nella sua totalità, è stato riservato a Belen, essendo presenti nella stessa area di degenza e negli stessi giorni, come avviene ordinariamente, molte altre utenti del servizio. Ne consegue che nessuna modifica organizzativa è stata apportata all’operatività del reparto di Ginecologia e Puerperio in tale occasione e in conseguenza della presenza del personaggio pubblico. L’attività è proseguita regolarmente e a tutte le degenti è stata fornita la consueta assistenza sanitaria professionale. Il foglio apparso in questi giorni sulla stampa, relativo all’operatività di due montacarichi, costituiva un promemoria interno redatto da un operatore tecnico ad uso degli altri componenti del servizio. Esso non è mai stato esposto in luogo pubblico bensì affisso in un locale del servizio tecnico“.


Ufficialmente quindi nessun favoritismo e intralcio alle normali partorienti che non possiedono la farfalla tatuata e la bellezza di Belen. Il sospetto che è sorto quando alcuni dipendenti nelle loro chat private si sono scambiati la foto dove era riportata la seguente dicitura: “Causa Belen, disattivati i pulsanti del terzo piano degli ascensori“.

Belen Rodriguez
Belen Rodriguez (Instagram)

Interviene anche il Codacons

La vicenda non è chiusa però perché è sceso in campo anche Codacons dopo aver preso visione della foto girata nelle chat dei dipendenti. L’associazione dei consumatori ha deciso di intervenire anche se il direttore dell’ospedale ha ribadito che non c’è stata nessuna discriminazione nei confronti delle altre partorienti, perchè quel cartello che i dipendenti hanno fatto girare su whatsapp era semplicemente una comunicazione interna ad uso degli addetti alla sicurezza e non è mai stato esposto alla visione del pubblico.

Inoltre l’azienda si difende dichiarando che gli ascensori per i quali era stato disabilitato il pulsante del terzo piano, quello in cui era ricoverata Belen Rodriguez, sono quelli riservati alle società terze, che entrano dall’esterno, quindi l’ala del terzo piano non è stata dedicata a Belen Rodriguez, la quale si sarebbe limitata a prenotare una delle tre stanze private del reparto a disposizione delle pazienti.

Chissà se la vicenda si chiuderà qui o avrà ulteriori strascichi. Unica cosa certa il 12 luglio alle 00,47 è nata una splendida bambina di nome Luna Marì dal peso di 2,9 kg che fin da subito ha sperimentato cosa significa essere il frutto dei lombi dell’argentina più famosa degli anni duemila.

Valentina Roselli

Laureata in Scienze Politiche, giornalista, ha iniziato come cronista per importanti testate nazionali e locali, ha collaborato con alcuni periodici di attualità occupandosi di politica ed è stata direttrice editoriale del quotidiano "Notizie Nazionali". Negli ultimi anni ha lavorato come ghostwriter e ha collaborato ad inchieste giornalistiche di attualità per radio e tv online.

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