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È morto a 92 anni Giampiero Boniperti, illustre bandiera della Juventus

L'ex numero 10, presidente onorario in carica, aveva trascorso una vita in bianconero prima nelle vesti di calciatore e poi in quelle di presidente. Avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 4 luglio.

Il mondo del calcio è in lutto: Giampiero Boniperti, giocatore simbolo della Juventus e presidente onorario, è morto nella notte a causa di una insufficienza cardiaca. L’ex numero 10 aveva trascorso una vita in bianconero prima nelle vesti di calciatore, poi come dirigente e infine come presidente dal 1971 al 1990. Il “Presidentissimo” avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 4 luglio. La famiglia fa sapere che i funerali si svolgeranno nei prossimi giorni in forma privata. È stato inoltre europarlamentare a Bruxelles, nelle fila di Forza Italia, dal 1994 al 1999.

Nel sito ufficiale la società bianconera dedica un saluto commosso ad una delle sue più gloriose bandiere: “La commozione che in questo momento tutti noi stiamo provando non ci impedisce di pensare con forza a lui, a tutto ciò che il Presidentissimo è stato e sarà per sempre nella vita della Juventus. Una figura indelebile, che da oggi si consegna al ricordo, perché sui libri di storia del calcio ci è finita già da tempo. Perché quando esprimi un pensiero, e quel pensiero diventa parte del DNA della società a cui hai dedicato la vita, vuol dire che il tuo carattere ne è diventato identità e modo di essere. Per sempre.”

Gli esordi in maglia bianconera

Arrivato nel club bianconero poco prima della maggiore età, a 17 anni, esordì in serie A nell’immediato dopoguerra (stagione 1946/47). La prima stagione non fu delle più semplici, alcune prestazioni incolore lo relegarono in panchina, ma riuscì a giocare con più continuità nel finale di campionato mettendo a segno 5 gol negli ultimi 5 match di campionato: realizzo due doppiette contro Samp e Lazio e una rete contro il Venezia.

Ma la stagione che lo lanciò nel calcio che conta fu la seguente: a nemmeno 20 anni, alla secondo anno da professionista, riuscì a realizzare 27 reti in 40 incontri, diventando il capocannoniere davanti a campionissimi del calibro di Valentino Mazzola e Guglielmo Gabetto (due stelle del Grande Torino), Adriano Bassetto (Samp) e Amedeo Amedei (Roma). La particolarità di quel campionato è che fu l’unico nella storia della Serie A disputato a 21 squadre.

Boniperti
Giampiero Boniperti

Giampiero Boniperti, storia di una vita in bianconero: 5 scudetti e 3 Coppe Italia in 15 stagioni da calciatore

Per vincere il primo dei 5 scudetti della sua carriera dovette aspettare la stagione 1949/50, quella immediatamente successiva alla tragedia di Superga nel quale persero la vita 31 persone tra cui 18 giocatori della straordinaria squadra che fu capace di vincere 5 titoli nazionali consecutivi nonostante lo stop dal ’42 al ’45 a causa del secondo conflitto mondiale. Proprio in merito a quella tragica fatalità Boniperti, in via del tutto eccezionale, per omaggiare il Grande Torino decise di indossare la maglia granata nell’amichevole del 26 maggio 1949 contro il River Plate, organizzata con lo scopo di racimolare fondi per aiutare le famiglie delle vittime.

Oltre gli scudetti in bacheca, tra cui quello della prima storica stella nel 1957/58, vanta anche la conquista di due Coppe Italia. Concluse la carriera dopo 15 stagioni all’età di 33 anni nel 1961, conquistando il suo ultimo scudetto, realizzando un totale di 188 reti tra campionato e coppe. Mentre con la Nazionale azzurra le presenze furono 38 nelle quali realizzò 8 gol. Come ricorda la società quando decise di appendere definitivamente le scarpe al chiodo si congedo in maniera semplice: “Ragazzi, smetto”.

Con Boniperti alla presidenza la Juventus fu il primo club a vincere tutte le competizioni Uefa

Da presidente il palmares è ancora più ricco di quello da calciatore: dal ’71 al ’90 i bianconeri sotto la sua guida conquistano 9 scudetti tra cui quello della seconda stella (1981/82) , 2 Coppe Italia, 1 Coppe Uefa, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa dei Campioni, 1 Supercoppa europea e 1 Coppa Intercontinentale. Per un totale di 16 allori, inoltre va ricordato un particolare record: fu il primo club in Europa a vincere tutte le competizioni Uefa. Senza dimenticare che nell’anno delle dimissioni, datate febbraio del 1990, la Juventus conquistò la seconda Coppa Uefa della sua storia e l’ottava Coppa Italia.

Giampiero Boniperti e Alessandro del Piero (Sito ufficiale Juventus)

L’inaugurazione dello Juventus Stadium e l’abbraccio con Alex Del Piero

Tra i momenti più toccanti dell’ultimo periodo da società ha voluto ricordare la sua presenza durante l’inaugurazione dello Stadium, l’8 settembre 2011, occasione durante la quale si è diretto verso una panchina calata spettacolarmente dall’alto, posta al centro del campo, al fianco di un’altra leggenda bianconera, Alessandro Del Piero.

Quando prese la parola decise di raccontare il suo primo incontro con la Vecchia Signora, anzi la sua Signora: “La mia vita nella Juventus è iniziata il 4 giugno 1946, e dopo 65 anni sono qui per abbracciarvi tutti, farvi i miei auguri e riportare ai giocatori la frase scritta su uno striscione, poco tempo fa. Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta“. Le due leggende bianconere, oltre a raccontare la loro storia e quella del club, si spassarono idealmente il testimone, simboleggiato da un vecchio pallone di cuoio, e si scambiarono un caloroso abbraccio.

Il commiato della Juventus termina con un commovente saluto: “Lassù, ora, c’è un’altra stella nel firmamento bianconero che brilla a mostrarci la rotta: quella di Giampiero Boniperti, che ha speso una vita con la Juventus, per la Juventus, e che ha saputo sempre indicarle la via. Grazie di tutto. Buon viaggio, Presidentissimo“.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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