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G8 Genova, blitz alla Diaz: per la Corte Ue inammissibili i ricorsi dei poliziotti

Le azioni commesse nella scuola Diaz da parte degli agenti della polizia nella notte del 21 luglio nel corso del G8 di Genova, sono stati valutati e ricostruiti con attenzione dai giudici e la stessa Cassazione, nelle 186 pagine di motivazioni della condanna dei rappresentanti delle forze armate, parlava di “sconsiderata violenza” fino ad essere definita successivamente “macelleria messicana”.

Il 21 luglio di venti anni fa, 61 attivisti furono gravemente feriti per le percosse e 125 agenti furono messi sotto inchiesta. Tra questi Massimo Nucera il quale dichiarò di essere stato vittima di una coltellata esibendo un corpetto lacerato, ma gli stessi giudici ritennero subito essere il racconto di un finto accoltellamento.

Lo stesso Nucera è tra coloro che hanno presentato ricorso alla Corte dei Diritti Europei dopo essere stati condannati nel suo caso a tre anni e cinque mesi, di cui tre condonati, ma la Corte Europea proprio in questi giorni ha dichiarato inammissibili i ricorsi di Nucera e dei suoi colleghi, come quello di Angelo Cenni e altri due colleghi, capisquadra del VII Nucleo 1° Reparto Mobile di Roma.

Le valutazioni della CEDU

La corte Europea  si è riunita il 24 giugno 2021 in veste di giudice unico ai sensi degli articoli 24.2 e 27 della Convenzione, ha esaminato le prove presentate dai ricorrenti e ha stabilito che non ci sono prove che suggeriscano il fatto che il procedimento è stato ingiusto dichiarando quindi i ricorsi irricevibili.

Questo uno stralcio della sentenza: “Alla luce di tutte le prove di cui dispone, la Corte ritiene che i fatti presentati non rivelino alcuna apparenza di violazione dei diritti e delle libertà enunciati nella Convenzione o nei suoi Protocolli. Ne consegue che queste accuse sono manifestamente infondate ai sensi dell’articolo 35.3 a) della Convenzione. La Corte dichiara il ricorso irricevibile“.

Per quanto riguarda l’Agente Nucera in merito “alla dinamica del presunto accoltellamento da lui subito, – così come falsamente ricostruita dalla Corte ed attribuita allo stesso imputato – non apparirebbe credibile“, e “nel non aver minimamente tenuto in conto le risultanze della perizia e dell’esame del Perito – dal quale emerge che non solo vi è compatibilità tra la descrizione della dinamica dell’aggressione effettuata da Nucera ed i segni rinvenuti sul giubbotto e sul corpetto (circostanza della quale è dato atto), ma che da tali segni può evincersi con elevata probabilità prossima alla certezza la prova positiva del fatto che tale aggressione si sia effettivamente verificata nei termini esatti descritti dall’Agente Nucera – sostituendo il proprio giudizio a quello del perito senza neppure esporne le ragioni e senza confutare in alcun punto le risultanze della perizia e delle dichiarazioni rese dal Perito nel corso dell’esame“.

Infine, “nell’aver affermato apoditticamente la Corte di Appello che la simulazione dell’aggressione ben poteva essere avvenuta ponendo giubbotto e corpetto su un tavolo, senza necessità che fossero indossati, quando la perizia esclude categoricamente tale evenienza, dando atto che la stessa non è posta in discussione neppure dai consulenti del pm e delle parti civili; affermazione effettuata dalla Corte di Appello senza disporre una nuova perizia e senza neppure contestare gli esiti di quella agli atti, semplicemente sostituendo il proprio immotivato ed arbitrario giudizio a quello opposto, espresso in termini di certezza dal Perito“.

g8 genova

Prove lacunose e carenti

Per quanto concerne il corso presento da Cenni e dai due colleghi attraverso l’avvocato Eugenio Pini, poggia su quelle che vengono considerate evidenti lacune. “L’intero processo – si legge nel ricorso – è basato su un materiale probatorio carente e lacunoso, e tuttavia, ciò non ha portato ad una sentenza assolutoria ma ad un accertamento della responsabilità penale a prescindere dalle risultanze processuali. Le fonti testimoniali raccolte dal giudice della cognizione erano già valse a decretare l’archiviazione del procedimento nei confronti dei presunti aggressori“.

Ne consegue, per i ricorrenti, “la denuncia della violazione dell’art.6 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo per i seguenti motivi: violazione del principio della responsabilità penale personale. Non pare possa revocarsi in dubbio il fatto che il processo a carico di Cenni e dei colleghi, “sia stato accompagnato fin dalle sue prime battute da ‘esigenze mediatiche’, abbisognevoli di essere calmierate, dopo che la stampa di tutto il mondo aveva ingiustamente indicato le forze dell’ordine italiane, responsabili dei fatti accaduti all’esito del G8 di Genova“.

Chi scrive – annota il legale nel ricorso – non ignora che le lesioni patite dalle vittime abbiano potuto far insorgere il sospetto di una inaudita e premeditata crudeltà, tuttavia non è accettabile che alla grave carenza investigativa (che non ha consentito né di individuare gli autori dei fatti, né di verificare se tutte le lesioni fossero davvero frutto di un doloso eccesso dell’utilizzo delle armi, come ritenuto dall’accusa) possa fare da pendant la ‘ricerca di un colpevole a tutti i costi’, come invece è avvenuto nella vicenda giudiziaria in esame“.

In altre parole i ricorrenti, hanno condotto dei ricorsi senza prove “l’intero processo è basato su un materiale probatorio carente e lacunoso, e tuttavia, ciò non ha portato ad una sentenza assolutoria ma ad un accertamento della responsabilità penale a prescindere dalle risultanze processuali. Le fonti testimoniali raccolte dal giudice della cognizione erano già valse a decretare l’archiviazione del procedimento nei confronti dei presunti aggressori“.

Valentina Roselli

Laureata in Scienze Politiche, giornalista, ha iniziato come cronista per importanti testate nazionali e locali, ha collaborato con alcuni periodici di attualità occupandosi di politica ed è stata direttrice editoriale del quotidiano "Notizie Nazionali". Negli ultimi anni ha lavorato come ghostwriter e ha collaborato ad inchieste giornalistiche di attualità per radio e tv online.

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